Con una lettere indirizzata alla segreteria nazionale della Flc-Cgil e divulgata anche attraverso Facebook, l’area di minoranza “La Cgil che vogliamo” chiede che “il sindacato si faccia carico di una rapida e incisiva azione di protesta contro le misure governative di luglio-agosto”.
La proposta della minoranza è chiara e non si presta ad equivoci: “Contro le manovre governative e a favore di politiche che colpiscano i ceti più abbienti, la FLC deve convocare per metà settembre uno sciopero di 48 ore di scuola, università e ricerca, a meno che la CGIL non convochi per lo stesso periodo uno sciopero generale che punti a fermare il Paese”.
Secondo l’area “La Cgil che vogliamo” il sindacato deve battersi contro l’insieme delle manovre di luglio e agosto ed in particolare “contro la riduzione delle deduzioni Irpef riguardanti sanità, istruzione e mutui, il blocco dei contratti del pubblico impiego, l’assalto alla tredicesima mensilità, il congelamento per due anni del Tfr, la deroga ai contratti nazionali e all’articolo 18, lo spostamento delle festività del 25 aprile, del primo maggio, del 2 giugno”.
La minoranza sindacale non ha molti dubbi sulle misure che il Governo dovrebbe adottare per affrontare la situazione di difficoltà che il Paese sta attraversando: si va dal “drastico aumento del prelievo fiscale per la fascia più alta di reddito” e dalla “tassazione dei patrimoni sopra il milione di euro”, fino all’aumento dell’Iva sui beni di lusso, alla “trasformazione dell’evasione fiscale in reato penale e l’applicazione agli evasori fiscali dello stesso regime di esproprio previsto per i beni di origine mafiosa” per concludere con la riduzione delle spese militari e l’eliminazione delle esenzioni fiscali sulle proprietà ecclesiastiche.
Le 48 ore di sciopero proposte si giustificano secondo la minoranza della Flc proprio con la gravità della situazione: “L’attacco al salario diretto e indiretto delle lavoratrici e dei lavoratori è senza precedenti – si legge nel comunicato – per questo occorre una iniziativa sindacale che, al pari, sia senza precedenti e che miri a incidere sulla situazione in atto dando il chiaro segnale alla controparte che questa volta il sindacato fa sul serio”.
“La già annunciata manifestazione della FLC e della FP prevista per il 22 ottobre – concludono i dirigenti della minoranza – non puó essere la risposta, perché tardiva e inadeguata”.
La sortita dell’area “La Cgil che vogliamo” arriva alla vigilia della decisione della confederazione sull’ipotesi di uno sciopero generale e sembra più che altro un tentativo di esercitare una forte pressione sulla segreteria della Cgil che il 23 agosto dovrà far sapere se e quando lo sciopero generale ci sarà.
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