Per domani, venerdì 26 maggio 2023, come abbiamo riportato, è stato proclamato uno sciopero che coinvolge il settore dell’istruzione da Usb Scuola, l’Unione Sindacale di Base. Queste le cinque richieste chiave della protesta, che dovrebbe snodarsi in varie città italiane: 300 euro di aumento mensile netto, stabilizzazione dei precari, aumento degli organici, no a docente tutor e orientatore e all’internalizzazione dei servizi.
“Negli anni abbiamo assistito a continui tagli al personale e all’aumento del numero di alunni nelle classi. Le mansioni, i carichi di lavoro, le responsabilità sono cresciute a dismisura, a fronte di rinnovi contrattuali con aumenti di salario al limite della beffa. Sono state istituite nuove figure che nulla hanno a che vedere con la professionalità dei docenti. L’obiettivo, costantemente perseguito, è stata la creazione di figure di staff fedeli al DS. Abbiamo assistito inoltre a un lavoro nascosto teso al costante svilimento della figura del lavoratore della scuola da parte delle istituzioni e dei media”.
“Il carico di lavoro del personale ATA è diventato negli anni insostenibile: numeri risicati e mansioni sempre più pesanti. Inoltre, molti servizi dello Stato sono stati affidati ai privati, consentendo un risparmio economico che si è tradotto in sfruttamento dei lavoratori da parte delle cooperative. La verità è che reinternalizzare i servizi significherebbe migliorare la scuola: come è stato per i lavoratori delle pulizie, così vogliamo che sia per gli assistenti alla comunicazione e all’autonomia. In una fase di aumento del costo della vita, di restringimento delle garanzie sindacali e politiche, di privatizzazioni sempre più selvagge, USB Scuola rivendica la dignità del lavoro, la qualità della scuola pubblica statale e il diritto ad una retribuzione dignitosa, all’assunzione, alla stabilizzazione dei precari: queste stabilizzazioni devono essere prive di vincoli e ricatti! È essenziale poi assicurare la sicurezza sul lavoro e del lavoro, recuperare la dignità lavorativa e individuale di ogni insegnante, collaboratore scolastico, assistente amministrativo, assistente tecnico”, così il sindacato in un comunicato stampa, che dice di voler “rivendicare la dignità” dei lavoratori.
L’Usb Scuola si pone anche contro le nuove figure introdotte dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: il tutor e l’orientatore. Secondo il sindacato sono “figure imposte da un ministero che vuole sempre svilire il ruolo e la professionalità dei docenti, senza nessuna certezza economica o consapevolezza delle ore di lavoro”.
In questi giorni sono emerse molte criticità in alcune scuole relative al reperimento dei docenti tutor; in vista della scadenza per presentare domanda, prorogata al prossimo 31 maggio. A Padova, ad esempio, come abbiamo trattato, sono già cinque gli istituti che hanno messo formalmente in discussione la scelta attraverso mozioni firmate dal Collegio docenti o dichiarazioni collettive: “Non ci presentiamo né per il ruolo di tutor né per quello di orientatore”. Al liceo scientifico Eugenio Curiel ottanta professori su ottantuno, lo scorso 18 maggio, hanno dichiarato la loro indisponibilità “a candidarsi nel ruolo di docenti tutor” sottoscrivendo un documento in cui si parla di progressiva “corrosione del tempo dedicato alle attività disciplinari”.
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