Categorie: Politica scolastica

“Sciopero entro metà maggio, ma dovremo chiudere le scuole!”

Lo sciopero contro il ddl di riforma non basta proclamarlo: se non si chiudono le scuole, diventerebbe un boomerang a favore del Governo. Lo hanno detto a chiare lettere i leader dei sindacati maggiori della scuola, Francesco Scrima e Mimmo Pantaleo, durante gli interventi di chiusura del convegno-incontro organizzato, presso l’Itis Galileo Galilei di Roma, da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, in vista dalla manifestazione unitaria delle Rsu del 18 aprile a Roma.

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, ha voluto fornire alcune considerazioni. La prima riguarda il provvedimento di legge che si sta discutendo in Parlamento: è stato fatto da chi non conosce la scuola; ha già cambiato verso due volte, disattendendo l’intento iniziale di abbattere il precariato. Un grave errore, a tal proposito, è stato quello di intendere i precari come un problema legato alle graduatorie. Inoltre, il Governo inizialmente voleva attuare un decreto legge, ma poiché Wsono persona analfabete dal punto di vista costituzionaleW poi hanno cambiato rotta con il ddl, non sapendo dove andare a parare.

Scrima ha poi ricordato che il Governo sulla partita dell’abolizione degli ‘scatti’ si è dovuto fermare, poiché l’insegnante italiano è tra i più poveri d’Europa. È stata fatta una marcia indietro, è vero, simile a quella dell’ex ministro Profumo con le 24 ore di insegnamento frontale per tutti i docenti. “Questa è la cultura di chi ci governa, basata solo sull’arroganza. Di chi intende che abbiamo una buona scuola perché oggi si fanno le iscrizioni on line”.

Sullo sciopero, Scrima ha ricordato che “gli scioperi non basta proclamarli: gli scioperi si fanno”. Oggi inizia l’iter di verifica in Parlamento, abbiamo presentato degli emendamenti: se non verranno presi in considerazione, certo, andremo oltre.

Per Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, “non c’è ancora la piena consapevolezza” dei rischi che si stanno assumendo con il ddl Buona Scuola. A Ostuni i lavori sono stati fatti male, perché c’è la camorra e i soldi sono stati gestiti male. Il Governo dove è? Intanto, però, fa ricatti. “Come quello di dire: se volete le assunzioni, prendetevi tutto il disegno di legge. Cancellando contratto e contrattazione. Perché se il dirigente scolastico fa le assunzioni viene messo tutto in discussione”.

 

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“Detto questo – ha continuato Pantaleo – dobbiamo decidere che fare. È stato importante recuperare l’unità di tutte le organizzazioni sindacali. Abbiamo proclamato questa iniziativa del 18 aprile, dove vogliamo le Rsu ma anche tutto il mondo della scuola. Per far capire che oggi il personale è mobilitato. Per arrivare entro a metà maggio anche allo sciopero. E se non basterà, siamo pronti ad andare avanti per fermare quello scempio del disegno di legge che ci stanno proponendo”.

Il leader dlla Flc-Cgil ha detto che serve “consapevolezza: a fronte di un’indizione dello sciopero, dobbiamo chiudere le scuole. In caso contrario, il Governo Renzi direbbe che la ragione sta dalla sua parte. Non regge più il motto ‘vai tu avanti, a me viene da ridere’. Se si perde quella partita, le ripercussioni saranno su tutto il personale. Questa assemblea – ha concluso il sindacalista Cgil – ci rafforza contro la devastazione della scuola pubblica italiana”. 

 

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Alessandro Giuliani

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