In Italia la giornata di mobilitazione internazionale contro le politiche di austerity dei governi, oltre che per la solidarietà e il lavoro, voluta dalla Confederazione europea dei sindacati per mandare un chiaro segnale alla Commissione europea e alla Bce, è stata caratterizzata da un alto numero di partecipanti. La maggior parte dei quali appartenenti al mondo della scuola, con picchi di presenze del personale precario e di studenti. Quest’ultime in alcuni casi sono sfociate in tensioni e momenti di “contatto” con le forze dell’ordine, talvolta sfociati in veri e propri incidenti di piazza.
Queste le notizie giunte dalle piazze principali delle decine riempite oggi in tutta la penisola. A Bologna ha partecipato alla manifestazione anche un nutrito gruppo di ragazzi dei centri sociali. A Torino gli insegnanti si sono mescolati agli studenti, creando un corteo intergenerazionale: ci sono stati, però, anche tre poliziotti feriti ed è stato occupato il Palazzo della Provincia. A Milano hanno sfilato migliaia di studenti delle superiori e dell’università, con una folta rappresentanza di docenti non di ruolo.
A Roma, dove hanno aderito alla mobilitazione in diverse migliaia, il Blocco studentesco, la formazione giovanile di CasaPound, ha dato vita ad un corteo non autorizzato: in piazza c’erano alcune centinaia di studenti “contro il ddl ex-Aprea e il processo di privatizzazione della scuola pubblica”; a Via di Ripetta hanno cercato di ‘sfondare’ verso Via del Corso e Palazzo Chigi, anche con bombe carta e lanci di sassi, ma le forze dell’ordine in assetto antisommossa hanno fatto muro con cariche, lacrimogeni e schierando anche i blindati. Alla fine, tra le forze dell’ordine si contavano due poliziotti contusi e un carabiniere con un taglio alla mano.
Incidenti si sono ravvisati anche a Genova, dove il corteo studentesco e di militanti dei centri sociali ha raggiunto la fiera, dove era in corso il Salone italiano dell’educazione, per poi imboccare la Soprelevata, che è stata chiusa al traffico in entrambi i sensi di marcia. Sempre nel capoluogo ligure, un gruppo di lavoratori ha bloccato i varchi portuali. Mentre una delegazione di sindacalisti e insegnati aderenti ai Cobas ha effettuato un volantinaggio all’interno del quartiere fieristico, dove si è tenuta la cerimonia dì’inaugurazione del Salone italiano dell’educazione a cui avrebbe dovuto prendere parte anche il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. La visita del ministro è stata però annullata. A Napoli sono stati occupati i binari della stazione centrale. A Firenze sono state lanciate uova e vernice contro la sede di Bankitalia.
Violenze a parte, la giornata di protesta ha visto anche come protagonsiti tanti studenti che hanno sfilato pacificamente. Tra le tante testimonianze, abbiamo scelto quella di Angelo Chilla, della Rete degli Studenti del capoluogo emiliano: “Oggi Bologna era bellissima perchè, nonostante le divisioni, abbiamo scelto di salutare e condividere le lotte dei lavoratori della CGIL e di concludere il nostro corteo in una piazza Santo Stefano stracolma, assieme a tutti i professori, ai precari, al personale amministrativo della scuola”.
Per quanto riguarda la protesta della scuola – cui hanno aderito Cobas, Unicobas scuola, Flc-Cgil, Usi Ait scuola, Nidil/Cgil, Usi, Sisa – non si hanno ancora notizie ufficiali Anche se in diverse scuole, soprattutto cittadine, l’alto numero di partecipanti ha creato non pochi problemi all’ordinario svolgimento della didattica.
Tra i primi commenti alla giornata, si ravvisa quello entusiastico dell’Unicobas: “come si prevedeva, lo sciopero del 14 novembre – ha detto il leader Stefano d’Errico – verrà ricordato come il più potente nella scuola da almeno 4 anni a questa parte, dal tempo delle manifestazioni e degli scioperi contro la sciagurata riforma’ Gelmini”. D’Errico ha ricordato come lo sciopero ha evidenziato, a differenza di quello del prossimo 24 novembre, “il netto rifiuto del ddl Aprea-Ghizzoni”, considerato come un pericoloso strumento normativo che favorirà “l’ingresso del privato come committenza nei consigli di istituto, la trasformazione delle scuole in fondazioni, la valutazione discrezionale del personale da parte del dirigente medesimo e l’annullamento di fatto degli organi collegiali. Un disegno di legge propedeutico all’assunzione diretta (e discrezionale) del personale da parte del dirigente scolastico”.
Secondo Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, quella di oggi non sarà una protesta isolata: “la mobilitazione continuerà e si allargherà perché le persone non sono più disponibili a sacrificare il proprio benessere, la propria dignità e il proprio futuro per favorire le oligarchie finanziarie. L’istruzione e la ricerca pubblica sono beni comuni a disposizione di tutti e non di pochi. L’agenda Monti non funziona e provoca solo rabbia e disperazione sociale. Serve perciò una radicale alternativa che garantisca più giustizia sociale e meno disuguaglianze”. La sintesi della giornata è nelle parole del leader della Cgil, Susanna Camusso: “ora basta, stanno stangolando il lavoro”.
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