Arriva in zona Cesarini la proclamazione di uno sciopero per la giornata dell’8 marzo da parte della Flc-Cgil: il termine sarebbe scaduto alle ore 24 del 21 febbraio, ma il sindacato di Sinopoli ha inviato la comunicazione alla Commissione di garanzia proprio nel pomeriggio di martedì.
La decisione della Flc appare un po’ irrituale sotto l’aspetto della tempistica anche perchè organizzare lo sciopero di qui all’8 marzo non sarà per nulla facile, tenuto anche conto che in moltissime scuole ci sarà una sospensione delle lezioni e delle attività didattiche in concomitanza con le giornate del Carnevale.
In realtà per quella data c’è già uno sciopero legato promosso da diverse siigle del sindacalismo di base (Sgb, Usi e Cub fra le altre) per richiamare l’attenzione generale sui temi della violenza sulle donne e delle discriminazioni di genere.
Ma la Flc Cgil intende scioperare anche sui problemi specifici della scuola, dal contratto nazionale alle deleghe della legge 107.
E c’è forse anche un’altra ragione, perchè per il 17 marzo è già in programma lo sciopero dei più importanti sindacati di base (Cobas, Unicobas, Usb, Anief e Federata): “E’ del tutto evidente – interviene Stefano d’Errico, segretario nazionale di Unicobas – che in casa Flc-Cgil sono molto preoccupati e pur di depontenziare il nostro sciopero sono persino disposti a dichiararne uno che rischia di raccogliere una adesione modesta”.
“C’è poi da chiedersi – aggiunge d’Errico – che senso abbia uno sciopero in occasione della giornata della donna ma limitato al comparto scuola: il tema della condizione lavorativa delle donne non riguarda solo il mondo della scuola ma è di carattere generale e generale avrebbe dovuto quindi essere lo sciopero. Questo dimostra che il vero obiettivo della Flc è proprio quello di mettere in difficoltà l’iniziativa del 17 marzo”.
“E adesso – conclude il segretario Unicobas – la Flc spieghi pure al mondo della scuola perchè non hanno voluto convergere sulla data del 17 marzo preferendo mettere in piedi uno sciopero per l’8 marzo al quale dovrebbe essere collegata una manifestazione nazionale per le ore 18 che, inevitabilmente, non garantirà nessuna visibilità ai problemi della scuola”.
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