Sul rinnovo del contratto scuola Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, va all’attacco e ricorda che per il 10 novembre è proclamato uno sciopero generale : 50 euro di elemosina per i docenti e ancor meno per gli ATA e 500 di aumento per i presidi, 10 volte tanto, basta con lo strapotere dei dirigenti scolastici!
“Le notizie riguardanti docenti ed ATA, che giungono dal fronte della Legge di Bilancio che verrà discussa in Parlamento nei prossimi giorni, sono micidiali – dichiara Bernocchi – dopo quasi dieci anni di blocco contrattuale, durante i quali hanno perso circa il 20% del salario reale, il governo annuncia che, col prossimo contratto, ad essi/e verrà restituito a mala pena il 3% (45-50 euro netti in media) e per giunta in un biennio, mentre per i presidi si prepara un aumento dieci volte tanto, di 500 euro mensili, per un totale di 11 mila euro lordi annui”.
BERNOCCHI: QUESTA E’ UNA SCUOLA PADRONALE
“Il disegno è chiarissimo – denuncia Bernocchi – si intende sancire così, anche a livello economico, lo strapotere e il ruolo ‘padronale’ dei presidi che già enormi danni stanno facendo, fin dalla approvazione della legge 107 (la sedicente ‘Buona Scuola’), poiché tali superpoteri (assegnazione a proprio piacere del ‘bonus’, chiamata diretta dei docenti, distribuzione arbitraria cattedre e/o potenziamento ecc.) disgregano il tessuto collaborativo nelle scuole, dando luogo a soprusi continui nei confronti dei docenti ed ATA che non si piegano alle sciagurate logiche aziendalistiche”.
“Più in generale – aggiunge il portavoce Cobas – dobbiamo impedire che la legge 107 venga ‘immortalata’ nel nuovo contratto, chiudendo definitivamente docenti ed ATA nella ‘gabbia’ della scuola aziendalistica, che fa dilagare una grottesca alternanza scuola-lavoro, forma sfacciata di addestramento al lavoro gratuito o sottopagato, diseducativa e sottraente centinaia di ore di scolarità”.
L’AUMENTO PROPOSTO E’ UN’OFFESA
“Respingiamo l’offensiva elemosina dei 50 euro” annuncia Bernocchi che conclude: “Vogliamo aumenti che recuperino almeno quel 20% di salario perso nell’ultimo decennio; diciamo NO all’inserimento nel contratto dei distruttivi contenuti della legge 107; SI’ all’eliminazione della ‘chiamata diretta’ e ad una drastica limitazione dei poteri dei presidi; NO all’obbligo esorbitante di 400/200 ore di Alternanza scuola-lavoro, NO al taglio di un anno del percorso scolastico; NO all’Invalsi come strumento di valutazione delle scuole, dei docenti e degli studenti; SI’ all’immediata assunzione dei vincitori dell’ultimo concorso, degli abilitati e dei precari con tre anni di servizio; e per gli ATA, SI’ al potenziamento degli organici”
SCIOPERO IL 10 NOVEMBRE
Per tutto questo – ricorda infine Bernocchi – il 10 novembre la scuola sciopererà contro la politica scolastica del governo e l’inserimento nel contratto della legge 107 e per il recupero almeno del 20% di salario perso in 10 anni.
La protesta è indetta non solo dai Cobas ma anche da Usb e Unicobas e si concretizzerà anche in manifestazioni che si terranno in molte città italiane; a Roma la manifestazione scuola si svolgerà alle 9.30 al MIUR (V.le Trastevere) e alle 11.30 a Montecitorio, davanti al Parlamento.
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