L’obiettivo dello sciopero del 21 maggio, a cui hanno aderito diversi sindacati delle categorie del pubblico impiego, della scuola, dell’università e della ricerca, è il rinnovo dei contratti e la difesa del ruolo e del valore del lavoro pubblico, anche per la conseguente tutela del diritto dei cittadini ad usufruire di un servizio efficiente.
La manifestazione nazionale che si svolge a Roma si concluderà nella tarda mattinata in Piazza San Giovanni, con gli interventi dei tre segretari di Cgil, Cisl e Uil.
La scuola sciopera, in particolare, per il rinnovo del contratto biennale dei docenti e del personale Ata, scaduto quattro mesi fa, e per l’avvio delle trattative per il contratto quadriennale dei dirigenti scolastici scaduto dal 2001. I sindacati confederali del comparto scuola sollecitano "lo stanziamento di risorse adeguate al rinnovo contrattuale perché non previste nella Finanziaria 2004 che, a fronte di una richiesta di incrementi pari all’8%, prevede risorse solo per il 3,6%”.
Si richiede anche la stabilità occupazionale dei lavoratori precari, nel momento in cui, invece, vengono apportati pesanti tagli degli organici dei docenti e del personale Ata. La protesta è anche indirizzata contro "la devolution del sistema scolastico", contro "i continui tagli di risorse per la scuola pubblica e autonoma", contro "la riduzione del tempo scuola che abbassa la qualità dell’istruzione". Si sottolinea, inoltre, la necessità di ritirare i disegni di legge che intendono "abolire le Rsu e limitare la contrattazione ripristinando atti unilaterali dell’amministrazione sul rapporto di lavoro".
Anche il settore dell’Università, dell’Alta formazione artistica e musicale e degli Enti di ricerca protesta per il mancato rinnovo del contratto, scaduto da oltre 2 anni.
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