Come COBAS abbiamo convocato lo sciopero generale della scuola il 9 maggio, scegliendo una giornata durante la quale nella scuola Primaria si svolgeranno i dannosi, oltre che inutili, quiz Invalsi, che abbiamo contestato fin dalla loro prima introduzione anche negli altri ordini di scuola. La puntuale analisi delle prove ci ha via via confermato quanto già affermavamo nel 2004, anno della loro istituzione. I rapporti Invalsi ogni anno ci restituiscono risultati sostanzialmente invariati e i divari tra il Nord e il Sud del Paese rimangono rilevanti. Ciò significa che vent’anni di rilevazioni non sono serviti a migliorare la didattica, a fronte di una spesa dello Stato di circa 300 milioni di euro (negli ultimi tempi circa 30 milioni l’anno). Riteniamo che il processo di valutazione vada ben al di là di prove standardizzate, decontestualizzate e pensate per risposte in velocità. Inoltre, le prove Invalsi hanno un potente effetto retroattivo: alle prove “ci si prepara” e ore di buona didattica vengono sostituite da allenamenti ai test su libri venduti dalle case editrici per le quali le prove sono diventate un affare. E, forti di queste convinzioni, riteniamo vieppiù inaccettabile la volontà del ministro Valditara di inserire i risultati di tali prove nel curriculum degli studenti.
Ma negli stessi giorni, nel Parlamento italiano si decideranno anche le sorti della distruttiva, per la scuola e per varie altre strutture pubbliche, Autonomia differenziata, contro la quale ci siamo battuti fin dalla sua prima ideazione. L’AD, se realizzata, porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione e subordinerebbe l’organizzazione scolastica a scelte politiche ed economiche ad essa esterne e estranee. Tutte le materie, oggi di competenza esclusiva dello Stato o in parte divise tra Stato e Regioni, passerebbero a queste ultime, con la creazione di 20 sistemi scolastici diversi. L’AD aumenterebbe la distanza tra Nord e Sud nel sistema scolastico, le diseguaglianze sociali e la diversità di diritti tra i cittadini/e delle varie Regioni. È dunque un progetto altamente negativo che va bloccato: siamo ancora in tempo per farlo e lo sciopero ne sarà uno degli strumenti.
Ci sono però vari altri punti su cui chiamiamo allo sciopero il 9 maggio docenti ed ATA. Durante il quale, ribadiremo il nostro NO al taglio continuo delle scuole, SI’ alla riduzione del numero di alunni/e per classe, che renderebbe molto più agevole il lavoro docente e l’apprendimento degli studenti; NO alla divisione e gerarchizzazione dei docenti con la creazione di figure artificiali come il tutor e gli orientatori, con i relativi premi salariali per pochi, a cui contrapponiamo l’assoluta necessità di significativi aumenti salariali che almeno facciano recuperare a docenti ed ATA il loro livello economico tanto peggiorato negli ultimi anni. E lo sciopero è anche contro aberrazioni come la riduzione a 4 anni degli istituti Tecnici e professionali o il grottesco Liceo Made in Italy; serve pure per dire basta con il precariato a vita; per esigere per gli ATA, aumento degli organici, assunzione stabile dopo due anni di precariato e diritto d’assemblea; per sostenere le storiche richieste della scuola Primaria e dell’infanzia per la parità oraria e di retribuzione con gli altri ordini di scuola; per estendere e potenziare la Scuola in carcere; per chiedere rispetto delle differenze contro il sessismo e le fobie di genere, e il pieno riconoscimento del lavoro dei docenti “inidonei”, per protestare contro il continuo mobbing di dirigenti e genitori su docenti e ATA; per esigere l’aumento dell’organico per il sostegno e in particolare la stabilizzazione dei docenti già specializzati o specializzandi per le attività di sostegno agli studenti con disabilità.
Durante lo sciopero, si svolgeranno i COBAS organizzeranno manifestazioni territoriali. In particolare a Roma l’iniziativa si svolgerà al Ministero dell’Istruzione a partire dalle ore 9.30.
COBAS SCUOLA
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