Dopo il comunicato Unicobas arriva anche quello dei Cobas e così il quadro è completo: il 23 febbraio sarà sciopero generale di tutto il personale della scuola proclamato dal sindacalismo di base.
Le motivazioni dello sciopero Cobas sono analoghe a quelle evidenziate dall’Unicobas: “Dobbiamo concentrare la lotta delle diplomate/i magistrali – annuncia il portavoce nazionale Piero Bernocchi – unificare gli obiettivi di tutto il precariato, impedire un contratto disastroso per docenti ed ATA”
Per quanto riguarda i diplomati magistrale, i Cobas riprendono i punti già evidenziati nel corso dell’incontro avuto il 17 gennaio con il Ministero: “1) le immesse/i in ruolo che hanno superato l’anno di prova devono conservare il posto, così come chi sta effettuando ora l’anno di prova; 2) permanenza nelle GAE, in base al punteggio acquisito, delle maestre/i diplomate/i e riapertura delle GAE per tutti/e i/le docenti in possesso di abilitazione (diplomati magistrali con titolo conseguito entro l’a.s. 2001/2002, laureati in Scienze della Formazione primaria Vecchio e Nuovo ordinamento, PAS, TFA, ecc.); 3) immissione in ruolo di tutti/e i/le precari/e con 3 anni di servizio presso le scuole di ogni ordine e grado”.
Le assemblee territoriali svoltesi nel corso dell’ultima settimana hanno convinto Piero Bernocchi a sciogliere le ultime riserve e a confermare la data del 23 febbraio, data sulla quale c’è ampia convergenze fra tutti i soggetti in gioco.
Il 4 febbraio ci sarà a Bologna una assemblea nazionale promossa da gruppi auto-organizzati di docenti e Ata di Bologna, Milano, Torino, Roma, Pisa e Terni: “Noi Cobas – spiega Bernocchi – abbiamo dato la nostra adesione all’iniziativa che si auguriamo riesca ad esprimere le volontà convergenti del movimento di lotta e ad arrivare a decisioni unitarie e condivise”.
Anche i Cobas sono ben consapevoli che lo sciopero non si può limitare ai problemi dei diplomati magistrali, ma “deve coinvolgere tutti/e i docenti ed ATA delle scuole di ogni ordine e grado, non solo perché gli obiettivi della nostra piattaforma, presentata al MIUR, riguardano l’intero precariato docente ed ATA, ma anche perché esiste un giustificatissimo e forte allarme per un contratto con il quale il governo e i sindacati di Palazzo, in cambio di una miserabile mancetta di fronte ad un blocco decennale che ha fatto perdere il 20% del salario a docenti ed ATA, vorrebbero introdurre negli obblighi scolastici tutto il peggio della legge 107 e immiserire ulteriormente le condizioni di lavoro, al servizio della scuola-azienda e dei presidi padroni”.
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