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Sciopero: ha aderito un docente su 5, ma solo un Ata su 12. Percentuali alte in Sardegna, basse in Calabria

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I dati definitivi sullo sciopero del 30 maggio confermano in linea di massima quelli diffusi già nei primi giorni.
La percentuale complessiva è del 17,5% con una differenza importante fra docenti e Ata: allo sciopero ha aderito infatti il 20% degli insegnanti ma meno del 9% di ATA.
Pressoché ininfluente la partecipazione dei dirigenti scolastici, 70 in tutta Italia, neppure l’1% (tra l’altro questo significa che alla protesta non hanno aderito neppure i ds iscritti ai sindacati che avevano proclamato lo sciopero).
Anche il dato relativo agli Ata merita una riflessione: hanno aderito poco più di 20mila dipendenti, forse in diversi casi neppure gli Ata RSU hanno scioperato.
Ben diversi sono i numeri dei docenti anche se vale la pena soffermarsi ad esaminarli un po’ più da vicino: hanno aderito in 173mila, ma se si osservano meglio i dati si possono scoprire “tendenze” interessanti.
La partecipazione alla protesta è stata generalmente molto più alta al nord e molto più contenuta al sud.
La Sardegna è un caso a sé, con una adesione dei docenti che va dal 35 al 40%.
Per quanto riguarda le province più importanti si va dal 33% di Bologna al 20% di Torino; a Napoli si sfiora il 40%, a Genova si supera il 41%, a Milano si va poco oltre il 17% mentre a Roma ci si attesta sul 35%.
A Catania ha scioperato il 14% dei docenti, a Palermo il 21%, a Bari il 14%.
Fra le province con basse adesioni ci sono Catanzaro (6%), Crotone (8%) e Reggio Calabria (3%), ma anche Como (5%) e Trapani (4%).
Punte molto alte si registrano invece a Firenze (39%), Ferrara (31%), Lucca(48%) e Massa Carrara (42%).
Tutti dati che possono servire ai sindacati per valutare il reale interesse della categoria per le azioni di protesta ma anche la capacità delle strutture periferiche di “mobilitare” le scuole e il personale.