I lettori ci scrivono

Sciopero: in pericolo l’art. 40 della Costituzione?

Mi rivolgo a tutti i lavoratori del comparto scuola. Scrivo queste poche righe per precisare una questione apparentemente banale ma che rischia di compromettere uno dei diritti principali di tutti i lavoratori.

L’articolo 40 della Costituzione italiana disciplina il diritto di sciopero. Ora negli ultimi due mesi, nel comparto scuola, sta avvenendo probabilmente qualcosa di incostituzionale? Perché? 

Le nuove regolamentazioni sul diritto allo sciopero obbligano il dirigente scolastico ad invitare i lavoratori a rendere comunicazione volontaria circa l’adesione allo sciopero. Fin qui, io da docente lavoratore, non ho nulla da eccepire. Da attenzionare però una cosa molto importante: le modalità di comunicazione dello sciopero, essendo una questione tipicamente gestionale, rientrano nell’autonomia dell’istituto scolastico che dovrà verificare la soluzione più opportuna, in base alle proprie esigenze funzionali e organizzative.

Questo però non deve assolutamente significare che il lavoratore debba sentirsi obbligato a rispondere al suddetto invito. Da fare dunque attenzione a difendere la volontà del lavoratore che può benissimo non dare alcuna risposta alla richiesta circa l’adesione di cui sopra, se non al massimo con una presa visione della circolare del dirigente. Questa puntualizzazione è doverosa perché seppur da un lato il datore di lavoro cerca di limitare i danni, da manager aziendale quale è diventato, dall’altra, una volta che lo sciopero è stato riconosciuto legittimamente valido, i lavoratori devono continuare ad avere il diritto sacrosanto di rendere complessa la risoluzione delle problematiche che lo stesso sciopero ha l’obiettivo di creare.

Questo è stabilito dall’articolo 40 della Costituzione, la stessa costituzione firmata dai nostri padri. Lo stesso diritto conquistato col sangue. E come dimenticare la cosiddetta settimana rossa del 1914 o l’adesione di massa allo sciopero del 1944 che vide la partecipazione di due milioni di operai. Non possiamo e non dobbiamo fare in modo che si ritorni indietro,non si può accettare questo nel 2021. Allora rivolgo questo appello a tutti i lavoratori del comparto scuola: non sentitevi obbligati a rispondere a questo “invito” che tale deve rimanere. Se volete farlo, fatelo ma in totale libertà, difendendo il personale diritto che abbiamo conquistato senza commettere il madornale errore di abbassare la testa e di rispondere “per forza” a quella che una pretesa non è e non deve esserlo mai! 

Rosario Melissa 

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