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Sciopero in Slovacchia, 9 prof su 10 si fermano per chiedere aumenti di stipendio

Anche i docenti della scuola pubblica e di alcune università slovacche sono sul piede di guerra contro il loro Governo. Tanto che il 13 settembre hanno dato vita ad uno sciopero generale. Alla base della protesta vi sono le richieste di aumenti salariali del 10 per cento.
La vertenza ha preso vita mentre il governo di sinistra del primo ministro Robert Fico, in carica da aprile, cerca di tagliare il deficit pubblico dall’atteso 4,6 per cento del Pil a un 3 per cento che è l’obiettivo per il 2013.
Alta l’adesione alla protesta. “Lo sciopero è stato fatto dal 90 per cento dei maestri elementari, l’80 per cento dei professori delle scuole secondarie e il 30 per cento dei docenti universitari”, ha spiegato il capo del sindacato della scuola pavel Ondek. “Chiediamo – ha aggiunto – un 10 per cento di aumento del salario per per tutti i dipendenti del settore in quest’anno, compresi docenti e non docenti”.
Inoltre, il sindacato chiede che il governo “aumenti i fondi stanziati per il settore educazione dall’attuale 3,2 per cento del Pil al 6 per cento, il livello medio dei Paesi Ue sviluppati”, ha spiegato Ondek.
I giovani docenti in Slovacchia prendono in media 435 euro al mese, mentre il loro salario netto raggiunge dopo 15 anni di servizio i 580 euro. I salari medi in Slovacchia sono di 770 euro.
“Mi piace insegnare ed è questa l’unica ragione per la quale non ho lasciato il lavoro finora”, ha spiegato Ivan Bezak, un docente di matematica e informatica presso un liceo di Bratislava. “Ma – ha aggiunto – devo avere un secondo lavoro per arrivare a fine mese”. Bezak insegna da 13 anni.
Intanto, dal governo i segnali sono contraddittori. “Il ministero dell’Educazione sta negoziando con il ministero delle Finanze per includere le loro priorità nella proposta di bilancio 2013”, ha affermato Michal Kalinak, un portavoce del ministero dell’Educazione.
Alessandro Giuliani

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