Lo sciopero del 18 marzo per rivendicare il rinnovo del contratto non avrebbe dovuto interessare più di tanto gli studenti, eppure erano in tantissimi alla manifestazione dei Cobas a Roma, partita dal Colosseo e conclusasi a Piazza Navona. Una presenza, quella degli studenti, giustificata dall’allargamento delle rivendicazioni dei Cobas: "cancellazione di tutte le leggi Moratti, dalla materna all’università; aumento di 250 euro per tutti in busta paga; ripristino degli scatti biennali di anzianità; istituzione di una sorta di scala mobile per tutti, non solo per gli operatori della scuola; assunzione dei precari, senza il ricatto della rinuncia alla carriera; no ai tagli alle pensioni e al furto del Tfr, sì al ripristino del diritto di assistenza per tutti".
Al ritmo di musica ska e reggae, i giovani manifestanti hanno dato vita ad una protesta ricca di slogan contro il ministro Moratti, ma anche colorata ed allegra. "Abrogare la legge Moratti", "Giù le mani dal tempo pieno", "Per la scuola pubblica e uno stipendio europeo", c’era scritto sugli striscioni in apertura del corteo su cui i docenti aderenti ai comitati di base hanno spiegato le ragioni della loro protesta. Alcuni sono scesi in piazza mascherati: due insegnanti anche da sposi, con un cartello con su scritto "Le nozze con i fichi secchi, il governo va al risparmio"; poi un trampoliere avvolto in una bandiera tricolore, un Pulcinella con tamburo e fischietto ed un prete con la tromba.
Molto attivi gli universitari, che hanno messo in scena una colorata protesta: i laureandi in Scienza della formazione primaria hanno portato con sé rotoli di carta igienica, con i quali hanno voluto simboleggiare il valore del prossimo titolo di studio alla luce delle decisioni prese in Consiglio dei Ministri riguardo i docenti di scuola materna ed elementare. "Lo schema di decreto legislativo approvato il 25 febbraio scorso – hanno fatto sapere attraverso un comunicato – conferma l’accanimento nei confronti del percorso formativo universitario, mirando ad escludere dal mondo della scuola le esistenti risorse professionali dei docenti della Facoltà di Scienze della formazione primaria e degli specializzati delle Siss: è scandaloso che l’attuale Governo disconosca per questa fase transitoria i diritti di chi e’ stato espressamente formato per esercitare la professione docente. Per questo ci sembra urgente un intervento legislativo che affronti seriamente la nostra situazione".
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