Dopo decenni di tagli alla scuola e due anni di emergenza, l’esecutivo Draghi prosegue, in linea con i governi precedenti, nell’attacco al diritto all’istruzione e ai lavoratori/trici della scuola. Infatti, nonostante l’enorme disponibilità di fondi europei, le scelte economiche del governo Draghi, mettono nero su bianco, nel PNRR e nel disegno di legge di bilancio 2022, la persistente volontà di finanziare l’istruzione pubblica al di sotto della media OCSE (-24 miliardi) e umiliarne il personale.
Le proposte salariali per il rinnovo del contratto, scaduto nel 2018 e con stipendi sostanzialmente fermi al 2008, sono ridicole e offensive; in buona parte intese a compensare un’indefinita “dedizione al lavoro”: una sorta di premio di fedeltà che richiama alla mente il passato ventennio. Non c’è la necessaria stabilizzazione del personale precario, docente e ATA. Manca la riduzione strutturale del numero di alunni/e per classe, così come manca un piano reale di intervento, immediato e protratto nel tempo, per risanare e mettere a norma gli edifici scolastici. Non ci sono reali interventi sulla sicurezza, specie in pandemia, ma assistiamo all’indegno balletto di circolari contrastanti su contagi e quarantene.
C’è però il disegno di legge sull’Autonomia regionale differenziata che spezzerebbe il sistema nazionale d’istruzione e che è ora allegato alla Legge di bilancio. In questo contesto il governo cerca di mascherare le proprie carenze rovesciando su docenti e ATA provvedimenti contraddittori e assurdi: da un lato allenta le misure anticovid nelle scuole (distanziamenti, tracciamenti, quarantene, ecc…) dall’altro impone la vaccinazione obbligatoria per una categoria che è già vaccinata al 95% e lavora in presenza con una massa di persone, studenti e studentesse, non vaccinate né controllate! Fermo restando che noi riteniamo la campagna di vaccinazione e la sospensione dei brevetti sui vaccini strumenti molto importanti, anche se non unici, per combattere la pandemia, consideriamo la vaccinazione obbligatoria per docenti ed Ata un errore, visto che,: applicato a lavoratori/trici viola il diritto al lavoro e al reddito mentre se lo si volesse applicare a studenti e studentesse, violerebbe il diritto all’istruzione.
Perciò riteniamo che la misura sia colma e, proseguendo il percorso di lotta che ci ha portato allo sciopero dello scorso 11 ottobre e alla giornata nazionale di protesta del 4 dicembre, abbiamo proclamato lo sciopero nazionale.
• il rinnovo immediato del CCNL adeguando, con aumenti significativi uguali per tutti/e, gli stipendi di docenti ed ATA alla media europea, con il pieno recupero del potere d’ acquisto perso nei tanti anni di blocco salariale, senza alcuna differenziazione in base al presunto “merito” o “dedizione al lavoro”;
• la centralità della scuola nel PNRR, innanzitutto attraverso un piano straordinario per l’edilizia scolastica e la sicurezza;
• l’adeguamento permanente alla media OCSE del finanziamento per l’istruzione;
• riduzione strutturale del numero di alunni per classe (massimo 20; 15 in presenza di alunni diversamente abili);
• l’assegnazione in forma stabile di ogni posto disponibile in organico, abolendo la distinzione tra organico di fatto e di diritto;
• un piano straordinario di assunzioni, ad iniziare dai “precari”, sulla base di un percorso per titoli (docenti 3 anni scolastici, ATA 2 anni);
• il superamento delle storture introdotte, per gli aspiranti supplenti, con l’affidamento delle procedure di compilazione delle graduatorie e di assunzione ad algoritmi approssimativi e inefficienti;
• la conferma e stabilizzazione dell’organico Covid docente e ATA;
• la realizzazione di una vera parità di diritti e salario nei diversi ordini e gradi di istruzione e tra il personale precario e non, con l’introduzione del Ruolo Unico;
• l’abrogazione dei vincoli pluriennali alla mobilità per i docenti neo assunti o trasferiti;
• la formazione e l’aggiornamento in orario di servizio;
• favorire la vaccinazione volontaria, abolire nelle scuole l’obbligo vaccinale e le sanzioni correlate, garantire la gratuità dei tamponi per l’accesso ai luoghi di lavoro;
• la tutela della salute di lavoratori e studenti, più efficaci misure di contenimento dei contagi attraverso: presidi sanitari permanenti nelle scuole, adozione di valide misure di protezione individuale e distanziamento, sanificazione e ventilazione forzata degli ambienti;
• il NO all’Autonomia differenziata e ad ogni forma di regionalizzazione della scuola e dei servizi pubblici, SI’ all’uguaglianza dei diritti e dei servizi su tutto il territorio nazionale;
• il NO al monopolio sindacale delle organizzazioni concertative, per una vera democrazia sindacale che restituisca ai lavoratori la facoltà di decidere su contratti, rappresentanza, diritto di sciopero.
COBAS SCUOLA CUB SUR
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