Attualità

Sciopero nazionale scuola proclamato dai sindacati di base per il 6 maggio, per il rinnovo del contratto e contro le prove Invalsi

I sindacati di base scendono di nuovo in piazza tutti insieme.
L’appuntamento è per il prossimo 6 maggio, lo sciopero è indetto da Cobas, Cobas Sardegna, CUB, Usb  e Unicobas e riguarderà il personale docente e Ata delle scuole di ogni ordine e grado.

La data scelta per lo sciopero non è casuale ma coincide con quella delle rilevazioni Invalsi anche perché uno degli obiettivi è proprio quello di protestare contro il Sistema nazionale di valutazione e contro le prove Invalsi che “hanno effetti retroattivi negativi sulla didattica, standardizzano gli insegnamenti, trasformano i docenti in addestratori ai quiz e discriminano gli studenti con BES”

Ovviamente lo sciopero è legato anche al CCNL, scaduto ormai da più di 2 anni; i sindacati di base chiedono “aumenti significativi uguali per tutti che permettano di recuperare il 20% del potere d’acquisto perso negli ultimi decenni e di difendere i salari reali dalla ripresa dell’inflazione e dal carovita drammaticamente peggiorati dalle guerre in corso”.
Ma c’è anche la protesta “contro il lavoro gratuito degli studenti nei PCTO e negli stage, con il rischio strutturale di morire sul lavoro, come è avvenuto recentemente a studenti di 18 e 16 anni”.

Per quanto riguarda i fondi del PNRR i sindacati di base chiedono che vengano investiti “non nella digitalizzazione selvaggia, ma per ridurre ordinariamente a massimo 20 il numero degli alunni per classe (15 in presenza di alunne/i con disabilità e per emergenze come la pandemia in atto), per assumere i docenti con 3 anni di servizio e gli ata con 2 e per investire in modo significativo nell’edilizia scolastica”.

Non manca, infine, un riferimento alla necessità di “difendere il principio costituzionale del ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e di fermare “l’economia di guerra, l’aumento delle spese per armamenti e le servitù militari”.

Reginaldo Palermo

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