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Sciopero, nella scuola il 93% ha lavorato. Salvini e Valditara: ciò dimostra la falsità di sindacati e sinistra su tagli di istituti e personale

“Perché uno sciopero abbia successo occorrono motivazioni forti. Evidentemente le motivazioni non sono state ritenute così significative”: dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara continuano a giungere commenti negativi sull’esito dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il 17 novembre per chiedere di cambiare la manovra e le politiche economiche e sociali del Governo.

Le parole di Valditara

Intervenuto a ‘Stasera Italia’ su Rete4, il titolare del dicastero bianco ha tenuto a dire di avere “massimo rispetto per chi ha deciso di scioperare, però anche qualche doverosa puntualizzazione: qualcuno ha parlato di guerra dei dati, io ho i dati ufficiali alle ore 19, con quasi il 60 per cento degli istituti rilevati. Oggettivamente la percentuale è molto bassa, il 6,55 per cento“.

Valditara ha quindi sottolineato che questa “è in assoluto una delle percentuali più basse dal 2014 in avanti”.

Quindi, il ministro ha espresso il suo giudizio: “Chi ha promosso questo sciopero lo ha promosso dicendo sostanzialmente che questo governo intendeva chiudere scuole, ridurre l’offerta sul territorio, aumentare le classi pollaio, tagliare personale. Nulla di tutto questo“.

L’unica verità, ha concluso Valditara, è che “in Italia ci sono 40mila plessi scolastici, rimarranno 40mila, gli studenti continueranno a trovare la loro scuola e i docenti non verranno licenziati”.

Salvini: vittoria del buonsenso

Pure il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini “esprime grande soddisfazione alla luce dei numeri delle adesioni allo sciopero di oggi, con scarsa partecipazione a partire dal settore trasporti”.

“Non ho sconfitto Landini, ma è la vittoria del buonsenso: una minoranza ha legittimamente avuto la possibilità di manifestare, senza bloccare milioni di italiani”, ha tenuto a dire Salvini.

Frassinetti: docenti e Ata apprezzano il Governo

Pure l’on. Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione ed al Merito, ha sottolineato che “lo sciopero generale di oggi ha avuto scarse adesioni e questo anche nel settore della scuola. Evidentemente il personale scolastico ha apprezzato la linea del Governo che ha provveduto ad aumentare le retribuzioni”.

“Questo ci convince ancor di più a continuare a pensare alla valorizzazione degli insegnanti, nonché a riformare il sistema educativo per agevolare i percorsi didattici dei nostri studenti”.

Durigon: manovra per la gente

Anche il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, della Lega, ha tenuto a dire che “lo sciopero voluto da Landini è stato un flop. Dai primi dati in possesso adesioni scarsissime in tutti i grandi gruppi, a partire da Poste Italiane, Ferrovie dello Stato (intorno al 5%), in sanità e anche nella scuola. Persino nei settori dove non c’era la precettazione, solo pochissimi lavoratori hanno aderito all’iniziativa”.

“E’ evidente – secondo Durigon – che i lavoratori apprezzino l’azione di questo Governo che con la manovra destina gran parte delle risorse ai redditi da lavoro, pensioni e famiglie, e con la delega fiscale impiega 4 miliardi per ridurre le tasse ai redditi più bassi. Andiamo avanti sulla strada che abbiamo intrapreso”.

I sindacati di tutt’altro avviso

I numeri riguardano tutti i comparti e fanno supporre che nella scuola le adesioni siano state decisamente inferiori agli altri comparti.

“Grande adesione allo sciopero generale promosso da Cgil e Uil e straordinaria partecipazione alle manifestazioni e ai presidi in tutto il Paese sulla base dei dati fin qui pervenuti dai territori e dalle categorie”.

I sindacati sostengono che “nel Centro Italia” vi sono state “adesioni medie di oltre il 70% in alcune regioni. Alta l’adesione anche nei settori che oggi si sono fermati a livello nazionale, Pubblico impiego, Scuola, Università, Ricerca, Poste e Trasporti. In quest’ultimo si registrano picchi del 100% nei porti, fino all’80% nella logistica e nei Tpl e nel trasporto ferroviario, comparti sottoposti alla precettazione, del 70%”.

A Roma hanno manifestato in 60 mila

In tutte le regioni coinvolte dallo sciopero, sottolineano i due sindacati, si sono tenute “grandi manifestazioni: a Roma in 60 mila in piazza del Popolo”, dove hanno chiuso il comizio il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Piazze piene anche a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso”.

Cgil e Uil indicano inoltre “adesioni del 100% alla Sammontana Spa Gelateria di Firenze e alla Servizi Ospedalieri di Lucca. Astensione totale anche alla Dussman Ristorazione scolastica di Ancona. In tanti e tante hanno incrociato le braccia in tutti i settori privati. Qualche numero: a Firenze alla The Bridge il 70% degli addetti si è astenuto, al Nuovo Pignone l’80%; ad Ancona alla Fincantieri raggiunto l’80% di adesioni, alla Ariston il 90% e alla Tod’s di Fermo il 60. Stop per l’80% degli operai della Ast di Terni. Nel Lazio oltre il 90% degli addetti Findus e Cmb Carpi hanno aderito allo sciopero, così come il 70% dei lavoratori della filiera Amazon. 60% raggiunto alla Rdb Italprefabbricati di Teramo, 90% alle Trafilerie Meridionali di Chieti e 75% alla Teknocall de L’Aquila”.

La mobilitazione di Cgil e Uil proseguirà con gli scioperi e le manifestazioni della Sicilia (il 20 novembre), delle regioni del Nord il (24 novembre), della Sardegna (il 27 novembre) e delle regioni del Sud (venerdì 1° dicembre).

Alessandro Giuliani

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