Il nuovo anno si aprirà con un sciopero: in tutto il comparto scuola, infatti, è previsto uno stop per l’8 gennaio proclamato dal Saese, dall’Anief e dalla CUB Scuola.
Motivo principale della protesta è il rinnovo contrattuale ma nelle ultime ore si è aggiunta anche un’altra motivazione: l’assoluta contrarietà dei sindacati rispetto alla sentenza del Consiglio di Stato relativa ai docenti diplomati ante 2001.
Sentenza che rischia di avere conseguenze significative: si parla di decine di migliaia di docenti che potrebbero esserne coinvolti.
Si tratta di docenti che, dall’oggi al domani, potrebbero non solo trovarsi cancellati dalla GAE ma addirittura rimandati nelle graduatorie di istituto pur essendo già entrati in ruolo (ci sono persino casi di insegnanti che hanno stipulato il contratto a tempo indeterminato lo scorso anno e che hanno già anche superato l’anno di prova).
Nelle ultime ore anche i Cobas hanno deciso di promuovere la protesta del personale più direttamente colpito: il sindacato di Piero Bernocchi invita allo sciopero docenti di infanzia e di primaria con una motivazione specifica.
“Se i tribunali dovessero far decadere tutte le supplenze e le immissioni in ruolo – sostiene il portavoce nazionale Piero Bernocchi – la scuola primaria e quella dell’infanzia entrerebbero in un caos totale. Il problema è strettamente politico: è intollerabile che i diritti dei lavoratori/trici vengano vanificati dai tribunali. Bisogna porre fine subito a queste assurdità!”
“Esigiamo – annuncia il sindacato – che il MIUR ed il governo pongano immediato rimedio (e non rinviando alla prossima legislatura) a questa vergogna che potrebbe portare ad un licenziamento di massa di 5300 lavoratori/trici, oltre che a negare la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato ad altri 60 mila lavoratori/trici”.
Sulla questione, dal Miur cercano di buttare acqua sul fuoco e parlano di poche migliaia di docenti coinvolti. In ogni caso la Ministra ha fatto anche sapere che i docenti che si trovano in questa situazione rimarranno in servizio per tutto l’anno scolastico.
In questo modo, sostiene Fedeli, verrà garantita la continuità didattica (per la verità la sensazione è al Miur siano preoccupati per il possibile collasso degli uffici regionali che difficilmente sarebbero in grado di revocare i contratti in essere e di rivedere tutte le graduatorie).
Intanto a Torino, all’Istituto superiore Regina Margherita è stato confermato per il 10 gennaio uno sciopero di tutto il personale proclamato dalle RSU, dalla Flc-Cgil, dalla Cisl-Scuola e dalla CUB. Lo sciopero è stato deciso per protestare contro la gestione della dirigente scolastica considerata quanto meno discutibile,
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