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Sciopero scrutini: ci sarà anche il Coordinamento Precari

Lo sciopero di giugno proclamato dai Cobas in concomitanza con i giorni degli scrutini potrebbe trasformarsi in uno sciopero dei precari.
La protesta del sindacato di base viene rilanciata proprio in queste ore dal Coordinamento nazionale Precari scuola al quale fanno riferimento non solo docenti dei Cobas ma anche insegnanti iscritti ai sindacati confederali.
Il Coordinamento non si limita a sottolineare “le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa dell’Italia repubblicana” ma richiama anche l’attenzione di tutti su tutto l’attuale impianto normativo in materia di istruzione “all’interno del quale si collocano la legge 133/08, l’art. 4 della legge 169/08 e il PdL Aprea che mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, non solo introducendo i privati nei comitati tecnico-scientifici degli istituti tecnici, ma anche svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica, ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica italiana”.
Non manca poi la denuncia sulla riduzione della contrattazione collettiva,sull’ “accesso disuguale al salario accessorio” e sugli inasprimenti disciplinari previsti dal “decreto Brunetta”.
“Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno minimamente scalfito la determinazione del Governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale – sostiene il Coordinamento – siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini”.
“La gravità dell’attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale 
– sottolinea il Coordinamento – renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d’urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici”.
Resta però – ricorda infine il Coordinamento – la possibilità di scioperare proprio nei giorni in cui si svolgono gli scrutini, così come è avvenuto nei primi giorni di febbraio in provincia di Genova.
Ma questa volta l’idea è quella di tentare di coinvolgere anche collaboratori scolastici (si dice spesso con uno slogan molto eloquente che “senza bidelli non si aprono i cancelli”, sostengono i precari) con l’obiettivo di bloccare anche le scuole in cui l’astensione dei docenti dovesse essere modesta.
“Ma – riconosce il Coordinamento – un’iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte”.
Facendo propria una parola d’ordine già usata dai Cobas, i precari annunciano che “è indispensabile arrivare alla fine dell’anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole”.
Le premesse per una adesione consistente del personale precario allo sciopero degli scrutini ci sono tutte, ma non c’è dubbio che i conti andranno fatti alla fine.
Una vittoria dei precari potrebbe comunque indurre il MEF ad accogliere la richiesta del Ministero dell’Istruzione di assumere al più presto almeno 25mila precari (20mila docenti e 5 mila Ata).

Reginaldo Palermo

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