Con l’avvicinarsi della scadenza degli scrutini di fine anno, si intensificano le prese di posizioni dei movimenti dei precari e dei sindacati di base, intenzionati a fare un po’ di fuochi di artificio proprio nel mese di giugno.
E’ di queste ore la notizia che anche la CUB ha deciso di proclamare uno sciopero di due giorni: per adesso si parla del 7 e 8 giugno in Calabria ed Emilia-Romagna e del 14 e 15 in Lazio e Campania.
Non è da escludere che nei prossimi giorni la protesta si estenda anche al Piemonte, dove la CUB ha una presenza significativa.
L’Usi-Ait ha di fatto aderito allo sciopero Cobas, proclamando due giornate di astensione collocate fra il 7 e il 15 giugno.
Intanto il Coordinamento Precari Scuola di Napoli, scrive una lettera ai dirigenti scolastici accusandoli di aver “traghettato la scuola dal dovere morale al profitto economico, dalla crescita spirituale alla partita doppia” e di essere troppo acquiescenti ai disegni della maggioranza di Governo paragonandoli, in chiusura, ai gerarchi nazisti che si giustificavano parlando di “obbedienza agli ordini che vengono dall’alto”. Per la verità il documento dei precari di Napoli stupisce un po’, soprattutto se si pensa che solo due settimane addietro i precari che si riconoscono nel Forum Precari Scuola avevano inviato una accorata lettera al presidente della Camera Gianfranco Fini per esprimergli solidarietà e mostrare apprezzamento nei confronti della sua presa di posizione all’interno del PdL.
Anche i Cobas, peraltro, stanno prendendo di mira i dirigenti scolastici: il sindacato di base di Piero Bernocchi sta infatti divulgando in tutta Italia una lettera di diffida indirizzata proprio ai dirigenti per evitare che nelle scuole vengano messe in atto procedure che, di fatto, possano vanificare gli effetti dello sciopero.
I Cobas, in particolare, stanno diffidando i dirigenti dal fissare gli scrutini prima che siano terminate le lezioni oppure dal modificare le date degli scrutini stessi allo scopo di rendere di fatto inutile lo sciopero.
Insomma, quest’anno la partita degli scrutini potrebbe essere davvero complicata e c’è il rischio che in qualche scuola la vicenda finisca davanti al giudice del lavoro.
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In merito ad un passaggio di questo articolo abbiamo ricevuto una precisazione di Antonella Vaccaro, del CPS di Napoli.
La pubblichiamo in allegato
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