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Sciopero scrutini, i presidi “punitori” che recuperano di domenica si beccano la diffida

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L’appello si può dire riuscito a metà: nella maggior parte delle scuole medie e superiori, lo sciopero degli scrutini ha portato i dirigenti, saggiamente, a non riconvocarli di domenica. Meglio recuperarli il sabato, anche sino a tarda sera, oppure nei pomeriggi precedenti agli Esami di Stato. Non tutti i capi d’istituto, però, hanno evitato quella che agli occhi dei sindacati sembra una sorta di punizione.

Certo, sono stati pochi i presidi nel paese “convocare gli scrutini di domenica”, spiega il professore Davide Zotti, dei Cobas Scuola FVG. Però “a Trieste è accaduto, al liceo ‘Carducci-Dante’: domenica non ci si riposa, i docenti di questo liceo lavoreranno e saranno quindi impegnati negli scrutini. La preside ha preso una decisione quasi persecutoria e punitiva, che i Cobas Scuola del FVG considerano illegittima, irregolare e fuori norma”.

Come annunciato, i Cobas Scuola “hanno presentato una diffida formale alla preside, e inviata per conoscenza anche all’Ufficio Scolastico Regionale, in cui ribadiscono che da Contratto nazionale la domenica è giornata di riposo per i lavoratori della scuola e chiedono di revocare, con effetto immediato, e/o annullare ogni disposizione organizzativa, circolare/ ordine di servizio che preveda lo svolgimento degli scrutini nella giornata di domenica, riservandosi , in caso contrario, di agire nelle dovute sedi a tutela sia dell’organizzazione sindacale Cobas che di tutti i lavoratori interessati dal lavoro ‘domenicale’”.

In generale, recuperi domenicali o notturni a parte, per i sindacati la protesta ha colto nel segno: “lo sciopero nelle operazioni di scrutinio sta avendo larghissima adesione, come ci si poteva attendere dopo la straordinaria partecipazione allo sciopero del 5 maggio e alle manifestazioni che sono continuate e continuano in tutta Italia”, dichiara Francesco Scrima, leader Cisl Scuola.

 

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Fa sorridere che qualcuno tenti di far leva su rilevazioni parziali per dimostrare presunti flop di una protesta che invece si esprime ancora una volta in modo corale. Non meritano risposta, invece, le accuse di irresponsabilità rivolte ai docenti in sciopero: quella in atto è un’azione di lotta condotta come tutte le altre in modo dignitoso e responsabile”.

Scrima definisce poi “irresponsabile” il governo Renzi, reputato “incapace ancora una volta di tener fede agli impegni presi. L’impegno era quello assunto formalmente dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nell’incontro del 12 maggio, quando si stabilì un percorso di confronto e consultazione che avrebbe dovuto concludersi con un nuovo incontro fra governo e sindacati a palazzo Chigi. Siamo tuttora in attesa di essere riconvocati, e ci chiediamo che senso abbia “concedersi una pausa di riflessione” di fronte all’ampio ed esplicito dissenso del mondo della scuola, se non si riprende e non si porta a conclusione il dialogo con chi lo rappresenta”, conclude il sindacalista Confederale.

 

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