La Toscana si conferma tra le regioni più attive contro la riforma della scuola incorporata nel DdL 1934 in discussione al Senato: mercoledì 3 giugno è stata fissata una conferenza stampa unitaria dei sindacati della scuola sullo sciopero degli scrutini e per illustrare le iniziative di mobilitazione toscane. L’appuntamento è Firenze, alle ore 12, nella sede della Cgil, in via Pier Capponi 7.
Intanto, Francesca Bianchi, 37 anni, senese, si è dimessa dalla presidenza dell’Assemblea regionale toscana del Pd e dal partito. Le dimissioni, scrive l’Ansa, subito dopo averle comunicate agli organismi dem, tra i quali l’Assemblea nazionale della quale faceva parte, sono state pubblicate sul suo profilo facebook un minuto dopo la chiusura delle urne elettorali per le regionali.
Tra le critiche espresse dalla Bianchi alla politica del Pd degli ultimi mesi la riforma costituzionale e la legge elettorale “fatta su misura per un re leader che forse pensa di non dover abdicare mai” e “una strategia sblocca Italia con risposte e prospettive già vecchie e prive di una reale visione di rinnovamento economico strutturale”, fino alla riforma della scuola e al Jobs act.
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“Ho incontrato nel Pd, specie nei livelli di base, persone che porterò sempre nel cuore che mi hanno dato certamente molto più di quanto hanno ricevuto. Ho incontrato però – scrive Francesca Bianchi, considerata al congresso vicina alle posizioni di Pippo Civati – anche la meschinità, la rivalità sprezzante, la denigrazione portata all’estremo, pur di arrivare e di vincere a ogni costo, anche a quello di calpestare, insieme all’avversario (ammesso e non concesso che un compagno debba essere considerato tale) il Pd stesso e i suoi valori. In questo Pd dove le regole si fanno ma poi si disattendono o non si fanno rispettare” e “dove si va avanti per appartenenza e fedeltà e non per meriti, dove si fa una politica che troppe volte è eccessivamente distante dalla mia formazione valoriale e identitaria”.
La ormai ex dirigente del Pd parla dell’ “avvento e della manifestazione del ‘Renzianesimo’ in tutta la sua potenza” e della “violenza verbale e il disprezzo sostanziale che viene riservato a chi espone una visione diversa e chiede discussione reale nel merito”. Ma Francesca Bianchi critica anche la “corrente che si è fatta partito e che ha portato con sé, pur di arrivare, un mix perfetto di orde di barbari dai metodi fascistoidi e vecchi interessi del passato, dove di nuovo c’è solo la faccia di qualche pupillo e un metodo da cerchio magico che rinnega la natura di grande partito di massa e dei cittadini”.
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