Attualità

Sciopero scuola 10 dicembre. Gissi (Cisl Scuola) spiega perché il suo sindacato non aderisce

Nelle scuole, in molti si stanno chiedendo per quale motivo la Cisl Scuola abbia deciso di non aderire allo sciopero proclamato dal Cgil, Uil, Snals e Gilda.
La risposta arriva direttamente dalla segretaria generale Maddalena Gissi che interviene con un ampio articolo pubblicato nel sito del sindacato.

Secondo Gissi “è doveroso, ancor più in momenti come quello che il Paese purtroppo continua a vivere, mettere al primo posto la soluzione dei problemi e non la ricerca di un’immediata visibilità, nell’illusione che basti, per renderla più appariscente, cavalcare il disagio anziché tentare di porvi rimedio”.
“Abbiamo preso la decisione – scrive in sintesi la segretaria – di non aderire assumendoci fino in fondo, com’è nostra antica abitudine, la responsabilità di scelte non sempre comode, ma molto spesso vincenti. Seguendo, in definitiva, la strada che le stesse confederazioni hanno tracciato nel confronto difficile e teso sulla finanziaria, valutando anch’esse positivamente quei tavoli inopinatamente disdegnati in alcune dichiarazioni di chi ha ritenuto che in questo momento, per chi rappresenta la scuola, fosse più opportuno agitarsi anziché confrontarsi”.

“Concentrare attenzione ed energie sull’espressione della protesta, anziché focalizzarle sul conseguimento dei risultati concretamente possibili – prosegue Maddalena Gissi – ci è parsa una scelta sbagliata e in definitiva perdente, direi quasi di implicita rassegnazione a non vedere accolte le proprie richieste, alcune delle quali appaiono, nel contesto dato, del tutto irrealistiche”.

E, commentando la decisione di Cgil, Uil, Snals e Gilda di interrompere ogni forma di relazione con l’Amministrazione scolastica, la segretaria afferma: “Si spinge ai limiti dell’autolesionismo la decisione di disertare, avendo proclamato uno sciopero, le relazioni sindacali; che porterebbe in sostanza, se praticata da tutti, a lasciare mano libera all’amministrazione di fare, o di non fare, ciò che crede, rispetto a questioni che hanno impatto diretto sulle condizioni di lavoro del nostro personale. Si pensi alla mobilità, per la quale va rinnovato il contratto integrativo e su cui si giocano partite decisive per le attese di decine di migliaia di persone. O all’impatto delle nuove disposizioni di contrasto alla pandemia, sulla cui gestione occorre essere quanto mai vigili e presenti”.

Conclude Gissi: “Sono convinta che saranno altri eventi, passate le poche settimane entro cui si chiuderà la vicenda della finanziaria, a richiamare tutti alla necessità di far fronte comune per reggere le fatiche della partita, lunga e difficile, che continueremo a giocare per dare più giusto riconoscimento, più dignità e più valore al lavoro nella scuola. Una partita, scrivevo un mese fa, che la nostra categoria non potrà vincere giocando da sola, ma per la quale è indispensabile costruire un contesto di più ampia alleanza a livello politico e sociale. Un contesto nel quale anche eventuali azioni di sciopero, mirate a obiettivi precisi (penso al rinnovo del contratto) e non di pura protesta, potranno avere senso e risultare davvero utili ed efficaci”.

Reginaldo Palermo

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