Attorno allo sciopero dalla scuola e dalla DaD di stamattina 11 gennaio si è creata una grande mobilitazione. Studenti e studentesse hanno organizzato azioni simboliche davanti alle proprie scuole per chiedere che siano garantite le condizioni per un rientro in classe in sicurezza.
La Rete degli studenti medi del Lazio ha lanciato lo sciopero della scuola in varie città, e sebbene inizialmente l’iniziativa dovesse essere circoscritta al Lazio, in breve tempo si è allargata, come raccontiamo anche in un altro articolo.
“Vogliamo la scuola in presenza ed essere priorità del paese, basta rimandi e rimpalli. Il coinvolgimento degli studenti è stato assente e le misure sono insufficienti,” affermano gli studenti.
O ancora: “La didattica a distanza ha grossi limiti strutturali e non può essere una soluzione di lungo termine. Per questo bisogna sfruttare ogni giorno a disposizione per costruire le condizioni di sicurezza necessarie a svolgere la didattica in presenza.”
Quello che chiedono gli studenti è di essere ascoltati e di essere finalmente parte di quelle voci che quotidianamente si confrontano sulla scuola: “Noi siamo pronti a raccogliere la sfida della partecipazione ai processi decisionali, stando attenti a monitorare gli impegni presi, raccogliendo le segnalazioni e portando il nostro punto di vista. La scuola deve essere la priorità per il governo e per le amministrazioni: un paese che non mette al centro la scuola, è un paese che non pensa al futuro.”
Insomma, la didattica a distanza, che è stata una manna dal cielo a marzo scorso, oggi mostra i suoi limiti nel momento in cui le si richiede di sostituire la scuola in presenza per periodi tanto prolungati.
La stessa Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina oggi ha dichiarato ai microfoni di Radio Rai 1: “Io ho voluto la DaD a marzo scorso, ma la DaD può servire per qualche mese, oggi non funziona. I ragazzi stanno vivendo un black-out della socialità, sono arrabbiati, disorientati, soffrono di sbalzi d’umore. E da Ministra mi preoccupa molto il deflagrare della dispersione scolastica.”
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