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Sciopero scuola 17 novembre, perché? Fracassi (Flc-Cgil): “Quell’aumento di 100 euro lordi non è l’incremento”

“I lavoratori venerdì 17 novembre dovrebbero scioperare prima di tutto per avere le risorse necessarie per il rinnovo del contratto”: a dirlo alla Tecnica della Scuola è Gianna Fracassi, leader Flc-Cgil, intervistata dal direttore della testata giornalistica Alessandro Giuliani.

Dopo avere sottolineato che “la scuola non è toccata dai rilievi del Garante sugli scioperi”, la sindacalista ha detto che “le risorse che il governo ha messo a disposizione della scuola non coprono nemmeno l’inflazione, che nell’ultimo periodo ha sfiorato il 18%: i 5 miliardi previsti per tutto il pubblico impiego coprono il 5,78 di inflazione, non è sufficiente. Serviva allora il triplo di quanto messo a disposizione? Di sicuro non è accettabile fermarsi all’indennità di vacanza contrattuale che verrà erogata a dicembre tutta in una volta”. Poi specifica: “Quell’aumento di 100 euro lordi non è l’incremento”.

Secondo Fracassi “è molto difficile fare un contratto senza risorse. Se non avremo risposte continueremo con la protesta. Perché la valorizzazione si fa non con i fichi secchi e non con la scontistica. E non vogliamo che la Scuola segua il modello Sanità: la privatizzazione non farebbe bene all’Istruzione. È un tema molto serio e lo porteremo sino a giugno 2024 in diversi territori”.

Sul precariato ha detto che è “pari ad oltre 200mila unità solo nell’Istruzione, senza contare i supplenti dell’Università e della Ricerca: è tempo di affrontarlo. Il tema si chiama stabilizzazione dei posti, a partire dal sostegno e del personale Ata, che ha una percentuale di precari più alta dei docenti perché non si assume mai oltre al turn over per legge”.

“Sulle pensioni c’è una promessa mancata: la Legge Fornero non è stata cambiata. Anche Quota 103 è stata prorogata con norme più penalizzanti, in più è stato previsto, oltre alla nota vicenda dell’aspettativa di vita, il ricalcolo delle aliquote di chi ha contributi pre 1995, anche per i ricercatori: tanti lavoratori perderanno migliaia di euro. In generale, c’è un tema di definanziamento della scuola, con perdite nette complessive per il futuro. C’è poi il tema delle riforme dei cicli scolastici e della filiera tecnica”, ha concluso la segretaria Flc-Cgil.

Redazione

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