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Sciopero scuola 18 ottobre: l’avviso del Mim e le motivazioni di Si Cobas – PDF

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Per l’intera giornata di venerdì 18 ottobre, come si legge sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è previsto uno sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati. Nel consueto relativo avviso si legge che la mobilitazione è organizzata dall’Organizzazione sindacale S.I. COBAS.

Sciopero 18 ottobre, le motivazioni

Lo sciopero riguarda anche la scuola. Ecco cosa si legge sul sito di S. I. COBAS.

Premesso che:

  • Il 18 Settembre la Camera dei Deputati ha approvato il Disegno di Legge Crosetto-Nordio-Piantedosi. Verrà discusso anche al Senato un iter velocissimo, in un momento che vede il Parlamento europeo approvare una risoluzione dove si chiede ai paesi occidentali di revocare le restrizioni sull’utilizzo delle armi fornite all’Ucraina per colpire obbiettivi militari in Russia. L’escalation bellica cui stiamo assistendo è strettamente connessa a una trasformazione repentina della repressione delle lotte e dei movimenti di lotta che da anni sono sul terreno delle mobilitazioni per arginare i costi della crisi e dell’economia di guerra.
  • In questo contesto, il DdL posto in funzione di legge contro la resistenza attiva e la resistenza passiva, con l’aumento delle pene per chi commette un blocco stradale e per chi tenta l’impedimento della costruzione delle grandi opere, dovrà vedere un’ampia mobilitazione per non lasciare che vengano attaccati maggiormente quei settori sociali come i lavoratori e le lavoratrici ma anche i disoccupati e disoccupate come nel caso di Napoli, che tutti i giorni esercitano il diritto a lottare per rivendicare un lavoro, dignitoso e che rivendicano la fine dello sfruttamento dei territori per il profitto di pochi.
  • Mentre la spesa pubblica e l’industria delle armi si legano e aumenta vertiginosamente la produzione e l’investimento in mezzi di difesa nazionale, assistiamo al taglio sempre più stringente sulle spese in  difesa della salute (soprattutto dei lavoratori e ceti più poveri) e al processo di industrializzazione della scuola dell’obbligo:   dove è  da anni , la presenza massiccia delle forze dell’ordine che, sul “modello polacco”, mira a affascinare già tra i banchi di scuola i futuri proletari alla vita militare, per renderli il prossimo esercito da mandare al macello nelle guerre di domani.
  • i lavoratori, i disoccupati e le masse povere, ora sono costretti a pagare il prezzo salatissimo dell’economia di guerra: salari fermi al palo da anni,(Italia unico paese dove i salari sono diminuiti) nel mentre il grande capitale continua a registrare profitti da record; crescita esponenziale della precarietà, dello sfruttamento e del disciplinamento nei luoghi di lavoro; assenza di tutela della salute e della sicurezza con la moltiplicazione di infortuni e di morti sul lavoro; aumento dei prezzi dell’energia e dei generi di prima necessità; smantellamento della sanità, del trasporto e dell’istruzione pubblica; criminalizzazione e repressione degli scioperi e del conflitto sociale.
  • Gli effetti dell’inflazione continuano a colpire i salari di milioni di lavoratori: un’erosione per circa 300 euro mensili ad oggi e un peggioramento costante del potere di acquisto in seno agli operai.

Si rivendicano i seguenti punti:

  1. Titolarità del S. I. Cobas nella contrattazione nazionale
  2. Clausola dl salvaguardia anche per il personale viaggiante
  3. Superamento definitivo della figura del socio lavoratore attuazione dl un processo dl internalizzazi0ne con il mantenimento dl tutti i diritti acquisiti.
  4. Maggiori garanzie per i lavoratori nei cambi appalto.
  5. Cancellazione del limite massimo di 5 scatti di anzianita’
  6. Riduzione orario dl lavoro a parita’ di salario: 37 ore settimanali per chi lavora di giorno e 35 chi lavora di notte.
  7. Aumenti di salario di 300 € a lavoratore
  8. Aumento della maggiorazione per lavoro notturno al 35 %
  9. Abolizione 11 quinques e 11 bis per il personale viaggiante.
  10. Contrasto alla precarieta’; stop uso massivo delle agenzie interinale
  11. No al pacchetto sicurezza Crosetto-nordio-Piantedosi che reprime tutte le lotte sociali in particolare i lavoratori in sciopero.

LEGGI L’AVVISO