Sindacati e movimenti di base stanno scaldando i motori in vista dello sciopero scuola del 23 febbraio e commentano l’adesione dell’area di minoranza della Flc-Cgil
La presa posizione della corrente minoranza della Cgil, “Il sindacato è un’altra cosa”, che ha dichiarato di voler aderire alla protesta, piace ovviamente ai sindacati di base che hanno proclamato lo sciopero.
Luigi Del Prete (USB) sottolinea: “Non possiamo che rallegrarci di questo sostegno, ulteriore segno che la nostra infaticabile opposizione alla ‘Buona scuola’ e la nostra scelta di non firmare il nuovo CCNL si fondano su ragioni serie e ampiamente condivise”.
“Dobbiamo anche rilevare – prosegue Del Prete – che il sindacato non solo è un’altra cosa, ma è anche altrove, è fuori dalla Cgil, è nelle piazze come quella che riempiremo il 23 febbraio e nelle organizzazioni come l’USB, che tantissimi lavoratori e militanti delusi dalla Cgil hanno già scelto come proprio sindacato”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas: “La minoranza della Flc-Cgil conferma la nostra posizione ampiamente critica rispetto ad un contratto miserevole che la Flc non avrebbe dovuto firmare in quanto in netta controtendenza con la propria stessa analisi da cui emerge che in tutti questi anni il personale della scuola ha perso almeno 15mila euro. Comunque a questo punto la minoranza dovrebbe trarre le conseguenze e decidere se sia coerente continuare a rimanere dentro un sindacato che non tiene in alcun conto della volontà della propria base e del personale della scuola più in genere.”
Netto (e ironico) il commento del portavoce nazionale Cobas Piero Bernocchi: “E’ da 50 anni che va avanti questo gioco: nei passaggi delicati dento la Cgil c’è sempre stata una minoranza più o meno consistente che protesta per le decisioni dei vertici ma che poi alla resa dei conti continua a rimanere all’interno. Ho l’impressione che questa minoranza sia di fatto funzionale alla stessa linea della Cgil e che venga usata come una sorta di ‘foglia di fico’ per ottenere un po’ di ‘copertura a sinistra’ come nella più classica tradizione”
Intanto, nelle ultime ore, anche l’Associazione Professione Insegnante ha lanciato il proprio appello: “Aderiamo allo sciopero della scuola e invitiamo i docenti italiani, umiliati dal contratto appena firmato, a partecipare allo sciopero. Invitiamo altresì gli insegnanti a dimettersi da ogni incarico, anche elettivo, e a sospendere tutte le attività aggiuntive; a rendersi indisponibili ad ogni attività di coordinamento, di tutoraggio e di accompagnamento di alunni fino alla fine dell’ scolastico”
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