Fonte: Il Messaggero
Le manifestazioni del 25 gennaio lamentano inadeguate modalità di rientro in classe, dai trasporti alla sicurezza. In particolar modo sul governo piovono critiche per l’incapacità di agire sulla riduzione del numero di alunni per classe. Insomma, le classi pollaio sono ancora là.
Il Comitato Priorità alla scuola ed i Cobas – con l’adesione della Flc Cgil, della Uil Scuola, di Cnps, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo – il 25 gennaio manifesteranno in 24 città e davanti al ministero dell’Istruzione, si legge nell’articolo del nostro direttore Alessandro Giuliani.
Ecco l’elenco delle piazze coinvolte nelle manifestazioni del 25 gennaio.
“Il 25 gennaio chiudono le iscrizioni: ora chiudiamo le classi pollaio! Bisogna ridurre il numero di alunni per classe assumere immediatamente i precari, per questo manifesteremo in 23 città, compresa Roma, dove saremo davanti al Ministero a partire dalle 16,” affermano i Cobas e Priorità alla scuola.
“La ministra Azzolina è entrata al Ministero dell’Istruzione affermando che avrebbe preso di petto le classi pollaio ed ha continuato a ribadire lo stesso concetto anche nel corso della pandemia. Queste sono le parole. E i fatti? I fatti ci dicono che nemmeno un euro è stato stanziato né nel Recovery Plan né in Finanziaria per la riduzione del numero di alunni per classe e il problema del sovraffollamento delle classi è letteralmente scomparso nelle recenti linee guida emanate dal Ministero. Così le scuole, che hanno appena finito di raccogliere le iscrizioni, procederanno con i soliti coefficienti a costruire le classi iniziali. Il tutto – concludono – come se non si fosse nel pieno di una pandemia, come se la pandemia non avesse mostrato la condizione disastrosa della scuola pubblica italiana, condizione che ha comportato l’interruzione (o il forte depotenziamento attraverso la DAD) del diritto costituzionale all’istruzione per un’intera generazione la quale sta subendo, anche psicologicamente, i danni che negli anni sono stati inflitti alla scuola pubblica e che la crisi ha ulteriormente aggravato.”
Domani le manifestazioni, informano le due organizzazioni, si terranno anche davanti agli Uffici Scolastici regionali e Provinciali di Bologna, Pisa, Trieste, Genova, Torino, Reggio Emilia, Firenze, Massa, La Spezia, Napoli, Salerno, Catania, Siracusa, Prato, Bari, Modena, Mantova, Ancona, Vicenza, Padova, Pescara e Cremona.
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