Sale la temperatura dello scontro politico-sindacale in vista dello sciopero del 30 maggio.
E’ di poche ore fa la secca presa di posizione della Flc-Cgil e della Uil Scuola sul divieto opposto dalla Questura di Roma alla presenza di una delegazione di manifestanti programmata in Piazza Monte Citorio.
“Le manifestazioni – dichiara Francesco Sinopoli segretario generale della Flc-Cgil – erano state regolarmente comunicate alla Questura di Roma, indicando come luoghi di svolgimento Piazza dei Santi Apostoli, dove si sarebbe svolta la manifestazione che avrebbe accolto le lavoratrici e i lavoratori in assemblea e Piazza di Monte Citorio dove una delegazione di manifestanti avrebbe portato le ragioni della protesta sotto il Parlamento, dove è in discussione il decreto legge numero 36 del 2022, la cui emanazione è al centro della protesta. A pochi giorni dalla data, fatto grave e intollerabile”
Anche se poi lo stesso Sinopoli ammette che “la scelta limita il diritto costituzionale a manifestare sulla base anche di una direttiva adottata dopo l’assalto fascista alla Cgil del 9 ottobre 2021, che ora viene usata contro il sindacato stesso”.
“Ostacolare il diritto di manifestare – sottolinea il segretario generale di Uil Scuola Pino Turi – non fermerà l’azione e l’impegno del sindacato per difendere la scuola nazionale contro ogni ipotesi di regionalizzazione, la libertà di insegnamento contro ogni forma di formazione obbligatoria, e la libertà negoziale contro ogni misura di contrattazione bloccata per via legislativa”.
“Quella di Piazza Monte Citorio – aggiunge Turi – era una scelta forte di caratteri simbolici perché la protesta è verso un atto del Governo – il decreto 36 in fase di conversione – che si appresta nuovamente a tagliare invece che investire, che riduce diritti invece che rafforzarli, che ferma il negoziato contrattuale intervenendo per legge – ha concluso Turi – sono temi sui quali è assolutamente legittimo interrogare il Parlamento e fare pressione affinché il decreto sia fermato e le incursioni legislative stralciate”.
Alla protesta sindacale si aggiunge quella di Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, che dichiara: “Una scelta burocraticamente ottusa, che non tiene conto della realtà: sbaglio o non c’è più lo stato di emergenza? Di cosa hanno paura al Viminale e al governo? Hanno ragione i sindacati scuola a protestare. Per una volta che finalmente hanno vietato una manifestazione neofascista in questo Paese, non significa però impedire il resto. La ministra dell’interno riveda questa scelta, e permetta l’esercizio dei diritti costituzionali fino in fondo.”
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