Attualità

Sciopero scuola 6 ottobre: tra le richieste l’abolizione dei 60 CFU e del concorso Ds e l’introduzione di arabo e russo a scuola

Per domani, venerdì 6 ottobre, è stato proclamato uno sciopero “per tutto il personale docente, Dirigente e ATA, di ruolo e precario, in Italia e all’estero, per l’intera giornata” organizzato da SISA (Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente).

Le richieste del sindacato

Ecco cosa richiede il sindacato:

  • Abolizione del concorso per dirigente scolastico e passaggio ad una figura elettiva sul modello universitario da parte del collegio dei docenti;
  • Assunzione su tutti i posti vacanti e disponibili per tutti gli ordini di scuola con immediata creazione ope legis del ruolo unico docente con uguale orario e uguale salario dall’infanzia al secondo grado;
  • Assunzione su tutti i posti vacanti e disponibili per tutti gli ordini di scuola del personale ATA;
  • Concorso riservato DSGA facenti funzione con almeno tre anni di servizio nel medesimo ruolo anche se privi di laurea magistrale;
  • Recupero inflazione manifestatasi in questi mesi e aumenti degli stipendi almeno del 20%;
  • Introduzione dello studio dell’arabo, russo, e cinese nelle scuole secondarie superiori;
  • Revisione del sistema di reclutamento dei docenti;
  • Abolizione dei 60 CFU, ritorno alla contrattazione per i percorsi di valorizzazione professionale, contro il blocco della mobilità che deve essere libera come in tutti i Paesi della Comunità;
  • Abolizione della scuola di Alta Formazione;
  • Impegno per l’ambiente e per il clima.

Scarica il documento ufficiale

Domani torna il Friday For Future

Domani tornerà anche il Friday For Future. Quest’anno in Italia l’evento è sentito ancora più fortemente, infatti, sostengono gli organizzatori del movimento globale Fridays for Future, “l’Italia è a un nuovo capitolo della storia climatica: ondate di calore, alberi sradicati dal vento, chicchi di grandine come palle da tennis e alluvioni. È il capitolo della devastazione, che rende l’azione collettiva indispensabile”. La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono i combustibili fossili, su cui l’Italia continua a investire ampiamente.

Il portavoce del movimento, Giacomo Zartini, dichiara dalle pagine del sito di FFF Italia “che il nostro paese ha una responsabilità importante nelle politiche di mitigazione mondiali, date le sue emissioni storiche. L’Italia dovrà superare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, riducendo le sue emissioni di gas climalteranti dell’80% entro il 2030 e decarbonizzando totalmente il settore elettrico entro il 2035”.

Gli attivisti intendono portare nelle piazze italiane la protesta contro gli investimenti fossili e la richiesta di affiancare politiche di adattamento che preservino gli equilibri e le risorse del pianeta, prima fra tutte l’acqua.

Laura Bombaci

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