Sciopero scuola 8 marzo proclamato da Slai-Cobas contro la precarietà sociale che colpisce soprattutto le lavoratrici donne
Per l’intera giornata dell’8 marzo 2023 è previsto uno sciopero generale del comparto istruzione e ricerca settore scuola proclamato da:
Slai Cobas per il sindacato di classe – “per l’intera giornata in tutti i settori lavorativi pubblici, privati e cooperativi e riguardante tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori a sostegno della lotta delle lavoratrici/donne con contratti a tempo indeterminato, a tempo determinato, con contratti precari e atipici”, con adesione di USI-CIT, Unione Sindacale Italiana e USI Educazione;
CUB – Confederazione Unitaria di Base: “di tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata. Per i turnisti è compreso il primo turno montante”;
SISA – Sindacato Indipendente scuola e ambiente: “tutto il personale docente, dirigente ed ata, di ruolo e precario, in Italia e all’estero”;
USB – Unione sindacale di base: “tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata” con adesione dell’USB PI”;
ADL Cobas – Associazione diritti lavoratori: “tutti i settori privati e pubblici su tutto il territorio nazionale per l’intera giornata compreso il primo turno montante per i turnisti”.
Le motivazioni dello sciopero
Ecco quali sono le motivazioni dello sciopero, che cade appositamente nella giornata internazionale della donna, così come riporta il sito del Dipartimento della Funzione Pubblica.
La tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, nell’anno in cui la pandemia ha aumentato vertiginosamente gli infortuni delle donne e mostrato la vulnerabilità di un sistema sanitario e sociosanitario, in cui il taglio dei costi è stato perpetrato negli ultimi anni.
Il rinnovo della moratoria sui licenziamenti: la maggioranza dei posti di Iavoro persi nell’ultimo anno erano occupati da donne.
La salvaguardia dei diritti nel Iavoro agile: privo di regolamentazione, il Iavoro presso il domicilio ha rappresentato solo intensificazione dei ritmi di lavoro, senza veri vantaggi sulla conciliazione dei tempi.
Un Welfare Pubblico ed Universale che restituisca dignità a tutti e soprattutto alle donne, liberandole dal ricatto della gestione della famiglia.
Una pensione dignitosa a 60 anni di età o, in alternativa, 35 anni di contributi per tutte e tutti, senza decurtazioni che di fatto discriminano i redditi bassi e le donne.
Il diritto al Iavoro, a salari e carriere senza discriminazioni, soprattutto per le donne, attraverso la riduzione dell’orario di Iavoro, con aumento di salario e la stabìlizzazione dei contratti. Contro le politiche di austerity che impoveriscono i lavoratori e discriminano donne e immigrati. Contro la forma di controllo classista e familista riproposto dalla struttura del reddito di cittadinanza.
Contro la precarietà lavorativa e sociale che colpisce soprattutto le donne.