A distanza di qualche giorno dallo sciopero della scuola del 6 maggio, l’Unicobas commenta i dati della protesta.
A livello nazionale si parla di uno sciopero che ha coinvolto poco più dell’1% del personale della scuola, ma con situazioni diversificate da regione a regione e da provincia a provincia.
A Cagliari, Oristano e Sassari l’adesione si è attestata intorno al 7% anche perché lo sciopero era stato proclamato anche da Cobas Sardegna; discrete percentuali anche a Livorno (6%) e a Pisa (4%) dove Unicobas è particolarmente presente.
Ma, secondo l’Unicobas, per valutare l’esito della protesta non si può non tenere conto del contesto complessivo e in particolare del fatto che ormai “da due anni a questa parte il mondo della scuola si è mostrato poco propenso a utilizzare lo strumento dello sciopero come forma di lotta”.
“A tal proposito – scrive Unicobas – ricordiamo che lo sciopero indetto da tutti sindacati ‘maggiormente rappresentativi’, l’8 giugno 2020, si era attestato a meno allo 0,47% di adesioni, così come la giornata di mobilitazione del 26 marzo u.s. (0,46%), indetta da “Priorità alla scuola” e Cobas Scuola (che il 6 maggio hanno proclamato sciopero solo per la primaria). Invece lo sciopero del 6 maggio, indetto da Unicobas, Cobas Sardegna, USB, CUB e che ha visto l’adesione dell’organizzazione studentesca OSA, risulta essere un chiaro segnale di inversione di tendenza”.
Ma c’è un altro dato che secondo Unicobas va considerato: “Al momento attuale le rilevazioni svolte risultano pari al 79% degli 8200 istituti presenti sul territorio nazionale e l’adesione generale allo sciopero supera l’1,1%. In particolare, secondo gli stessi dati del Ministero dell’Istruzione (tarati al ribasso), abbiamo chiuso 610 plessi scolastici e scioperato in 2836 sui 30230 rilevati, nonché bloccato 6545 classi, interessandone altre 5156. Un risultato importante che sta a significare come le organizzazioni sindacali che hanno promosso lo sciopero dell’intera giornata del 6 maggio siano state capaci di ascoltare gli umori dei lavoratori della scuola, dei precari, degli studenti e delle famiglie”.
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