Dopo l’assemblea della Flc Cgil, si è svolta questa mattina quella della Gilda-Unams. Migliaia di lavoratori della scuola hanno partecipato all’incontro a tre giorni dallo sciopero nazionale proclamato dalle sigle sindacali e che vedrà manifestare anche alcuni comparti della scuola:
“Invito tutto il personale scolastico ad aderire con convinzione allo sciopero del 10 dicembre perché l’elenco di motivi per i quali è stata proclamata questa mobilitazione è molto lungo e riguarda non solo gli aspetti economici, ma anche quelli normativi legati al rinnovo del contratto”. Questo l’appello rivolto da Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams.
“La nostra categoria è vittima da anni di un impoverimento costante che grida vendetta – ha sottolineato Di Meglio – soprattutto se consideriamo la forbice retributiva di 350 euro tra i dipendenti della scuola e quelli degli altri settori del pubblico impiego. Se è vero, come sostiene la politica, che la scuola è il motore del Paese, lo si dimostri quando arriva il momento di investire risorse. Dobbiamo lottare per un ottenere un contratto decoroso, perché la dignità professionale passa anche attraverso il giusto riconoscimento economico. Non è un caso che, poco dopo la ripresa delle attività didattiche in presenza, si siano registrati nuovi episodi di aggressioni ai docenti da parte dei genitori che, evidentemente, nutrono una considerazione assai scarsa verso gli insegnanti”.
“La trovata della dedizione degli insegnanti – ha proseguito Di Meglio – è un insulto e una barzelletta che rende l’idea di come la politica non sappia affatto cosa fa quando interviene sulla scuola. Dobbiamo dire basta ai carichi aggiuntivi di lavoro imposti senza alcuna retribuzione e pretendere lo snellimento delle incombenze burocratiche che gravano sulle spalle dei docenti e riducono sempre di più il tempo da dedicare all’insegnamento”.
“Scioperare non è inutile e lo testimoniano i risultati ottenuti per gli scatti di anzianità degli anni 2010, 2011, 2012 e 2013, di cui siamo riusciti a recuperarne 3 su 4, e la grande mobilitazione contro la Buona Scuola, che ha portato all’abolizione della chiamata diretta e del bonus merito che rappresentavano i pilastri della legge 107. Tutto ciò – ha concluso Di Meglio – significa che quando la nostra categoria è unita, riesce a far sentire la propria voce e a far valere i propri diritti”.
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