“In Italia la scuola sciopera. I docenti erano abituati a scioperare di venerdì, eppure rispetto ai passati scioperi, questo ha centrato il 10/12% di adesioni, che segna un miglioramento nel numero di partecipanti”. A dichiararlo ai microfoni di Radio Cusano il direttore della Tecnica della Scuola, Alessandro Giuliani, che fa il punto sulla protesta del 30 maggio.
“Quindi molte scuole in difficoltà – continua il direttore – ora bisognerà vedere se il Governo recepirà le richieste. Gli emendamenti al DL 36 sono centinaia e moltissimi vertono sulla semplificazione del reclutamento dei docenti precari e su una formazione meno elitaria e con compensi più ravvicinati nel tempo”.
“C’è anche il problema del contratto fermo alle cifre che conosciamo – aggiunge – ma non sembra che ci sia la volontà del Governo ad aumentare queste cifre. Qualora dovesse perdurare questa situazione, i sindacati continueranno la battaglia”. Con quali esiti? Molto incerti. “In qualche modo questo provvedimento è stato incasellato nel Pnrr – spiega Alessandro Giuliani – e dunque c’è un impegno del Governo ad andare avanti a testa bassa sul decreto, staremo a vedere cosa accadrà”.
E argomenta: “Nei momenti storici particolari la scuola è sempre passata in secondo piano – dice riferendosi alla pandemia e alla guerra in Ucraina – ecco perché il Patto per la scuola è stato del tutto disatteso, spero di sbagliarmi ma lo stesso ministro Bianchi, più di riconoscere le difficoltà del momento non è andato, in fatto di rassicurazioni”.
Sta di fatto che “i docenti sono esasperati: fare questa professione per guadagnare poco più di 1300 euro, per un neolaureato è veramente paradossale, qualcosa dovrà pur muoversi, anche se non subito”.
Nel consueto appuntamento podcast con radio Cusano non potevano mancare i drammatici fatti americani come oggetto di confronto. “In America un ragazzo qualunque, che sta attraversando un periodo difficile, ha facilità di armarsi, va in una scuola elementare e fa una strage,” osserva il conduttore Alessio Moriggi.
“La politica semina male e poi le conseguenze le paga la povera gente. Sui grandi numeri, come sono quelli americani, del resto, ci sta che siano tanti i ragazzi con qualche disturbo”. Commenta così, il tragico evento avvenuto in Texas, il direttore Giuliani. “E poi la scuola diventa teatro di questi massacri. Armare i docenti? Parliamo piuttosto dei soccorsi, un’ora di attesa è decisamente troppo,” conclude il direttore Giuliani, osservando amaramente: “Ogni tanto dal confronto con gli altri Paesi, il nostro non ne esce così male, se pensiamo anche che garantisce l’istruzione a tutti”.
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