Quest’anno le proteste sindacali prenderanno avvio prima della ripresa delle attività didattiche.
Per il 24 e 25 agosto, infatti, è già in programma uno sciopero che teoricamente dovrebbe essere considerato l’ultimo del 2019/2020 ma che di fatto è il primo della nuova stagione.
A proclamarlo sono Unicobas e Cobas Sardegna che intendono protestare innanzitutto contro quello che definiscono un vero e proprio “sequestro delle ferie di docenti ed Ata”.
“In un numero enorme di istituti sul territorio nazionale – scrivono infatti nel loro comunicato – sono state arbitrariamente respinte le ferie legittimamente chieste per l’ultima settimana di agosto e convocati illegittimi collegi dei docenti, mentre dal 1° Settembre si prevede un’estensione quasi ad libitum della frequenza: una vera e propria anticipazione di massa rispetto all’apertura istituzionale dell’anno scolastico, prevista dal 14”.
Ma ovviamente quello delle ferie non è l’unico motivo della protesta.
Al centro c’è certamente la questione della ripresa delle lezioni
“La ministra Azzolina – sostengono i due sindacati di base – pare alla ricerca spasmodica di locali dove fare scuola in tempo di pandemia e distanziamento sociale. Si è parlato non solo di musei, cinema e centri congressi, ma anche di hotel, bed and breakfast e appartamenti singoli; e c’è persino chi vorrebbe usare i diplomifici privati. Ma siamo proprio sicuri che non si potesse fare altro?”
Le alternative – dicono – ci sarebbero perché basterebbe ammodernare e rendere fruibile l’ingente il patrimonio edilizio scolastico che si trova oggi in pessime condizioni solo a causa del disinteresse con cui è stato gestito per troppo tempo.
Cobas Sardegna e Unicobas hanno anche altre richieste molto precise, dalla stabilizzazione diretta degli specializzati per il sostegno e alla istituzione della classe di concorso specifica, fino alla indennità di rischio di 250 euro per tutti (docenti e Ata) e alla “assunzione di almeno 30mila collaboratori scolastici per coprire i vuoti in organico per la vigilanza, di 10mila fra applicati di segreteria e collaboratori tecnici, più tutto il personale necessario per sopperire alle difficoltà dovute alle migliaia di soggetti fragili ed anziani che (indici Inps) avrebbero dovuto essere tutelati dal settembre 2020”.
Ma da dove si dovrebbero prendere i soldi necessari?
I due sindacati di base hanno 6la risposta: “Sui 209 miliardi messi a disposizione dall’Europa, 84 quali a fondo perduto, sarebbe servito investirne immediatamente almeno 7 aggiuntivi per le assunzioni, 7 per il contratto ultra-scaduto, più i 13 necessari ad un piano pluriennale serio per porre in sicurezza l’edilizia scolastica”.