Con il passare dei giorni i rapporti fra Governo e sindacati scuola si stanno sempre più deteriorando.
Nelle ultime ore a complicare la situazione ci ha pensato anche la ministra Giulia Bongiorno con il suo disegno di legge di “contrasto all’assenteismo”.
“Si tratta di norme che nella scuola sono inapplicabili” afferma Pino Turi, segretario nazionale Uil Scuola che aggiunge: “Al contrario ci sono ben altri questioni da affrontare: dare stabilità al lavoro, sfilare la scuola dalle logiche regionali, inserire risorse nel documento di programmazione economica per dare stipendi adeguati, riconoscere le professionalità della scuola”.
Più esplicita la segretaria di Cisl Scuola Maddalena Gissi: “In mancanza di risposte e impegni precisi e concreti lo sciopero sarà inevitabile”.
Chiamando in causa Marco Bussetti, Gissi chiarisce: “Il Ministro ci dica se è in grado di impostare un atto di indirizzo per il rinnovo del contratto, ci dica se il Governo è pronto ad aprire un grande dibattito sull’autonomia regionale coinvolgendo anche le parti sociali. Questo gli chiediamo. Ma se risposte non ce ne saranno, sappia che la mobilitazione farà il suo corso, e nessuno potrà parlare di uno sciopero proclamato ‘a prescindere’, men che meno di uno sciopero politico per mettere in difficoltà un Governo. Sarà, come sempre è stato per noi, uno sciopero con obiettivi precisi e chiari, nella migliore tradizione e cultura del sindacalismo scolastico italiano”.
E, giusto per capire cosa vuole il sindacato, la segretaria della Cisl Scuola ricorda: “Questo ministro torni a rapportarsi come nella fase iniziale del suo mandato, quando ci era parso che potesse proseguire il clima positivo di relazioni sindacali avviato nella precedente Legislatura dalla ministra Fedeli”.
Il fatto è che all’inizio del suo mandato il Ministro aveva fatto molte concessioni ai sindacati, ma si trattava – come avevamo evidenziato fin da subito nel periodo estivo – di misure che non prevedevano costi, anzi in qualche caso erano misure che consentivano persino qualche risparmio. Quanto al richiamo ai discreti rapporti che si erano instaurati con Valeria Fedeli, è appena il caso di ricordare che un anno fa, in occasione del voto, il mondo della scuola aveva sonoramente bocciato il Governo in carica e il PD in particolare, quello stesso PD nei confronti del quale nessun sindacato aveva speso neppure mezza parola di apprezzamento.
A proposito dello sciopero di maggio i problemi non mancano: l’USI ha già proclamato uno sciopero generale nazionale per la data del 1° maggio, i Cobas della Sardegna hanno deciso di scendere in sciopero nei giorni 6 e 7 maggio mentre per il giorno 10 è già in programma una fermata di tutto il pubblico impiego, scuola compresa, proclamata dall’USB.
Le regole attuali non consentono un simile “sovraffollamento” di scioperi e quindi si attende da un giorno all’altro un intervento della Commissione di Garanzia.
A questo punto i sindacati del comparto potrebbero fissare il loro sciopero per il giorno 17 e non prima, sempre che, nel frattempo, un altro sindacato di base non decida di “occupare” proprio quella data.
Insomma se i sindacati rappresentativi vogliono davvero fermare la scuola è bene che decidano in fretta.
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