Sciopero scuola, Manzi (PD): “L’autorevolezza del docente va sostenuta con trattamenti economici adeguati”

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Oggi, in occasione dello sciopero generale indetto dalla FLC CGIL contro la manovra di bilancio, Irene Manzi, capogruppo del PD alla Commissione Cultura della Camera, intervistata dalla Tecnica della Scuola, ha espresso le preoccupazioni del Partito Democratico riguardo alla legge di bilancio 2025 e ha annunciato gli emendamenti proposti per salvaguardare il settore scolastico. “Questa legge di bilancio non è solo deludente nel suo impianto generale, ma penalizza fortemente il settore dell’istruzione,” ha dichiarato Manzi.

Tra i principali punti critici segnalati, c’è il taglio degli organici di potenziamento: oltre 5.000 posti per docenti e più di 2.000 per il personale ATA sono a rischio. “Questo taglio è inaccettabile e viene giustificato dal calo demografico. Ma, invece di ridurre il personale, bisognerebbe approfittare di questa occasione per pensare a una didattica più personalizzata, valorizzando chi già lavora nelle scuole,” ha affermato Manzi. Inoltre, sottolinea l’importanza di un adeguato supporto amministrativo per attuare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che attualmente prevede risorse insufficienti.

Un altro tema centrale è il rinnovo del contratto degli insegnanti, con incrementi stipendiali definiti da Manzi “insufficienti” per fronteggiare l’aumento del costo della vita. La deputata ha criticato le recenti dichiarazioni del ministro Valditara sull’autorevolezza del personale docente, sottolineando che questa va sostenuta con trattamenti economici dignitosi, sicurezza lavorativa e formazione adeguata. “L’autorevolezza non si ottiene con le parole, ma con investimenti concreti nel personale scolastico,” ha affermato.

Se gli emendamenti proposti non venissero accolti, Manzi non ha dubbi: “Significherebbe che la scuola non è una priorità per questo governo.” Il taglio lineare del 5% ai ministeri colpisce anche il settore della ricerca, limitando le risorse dedicate al sistema educativo e alla conoscenza, proprio in un momento in cui l’Italia avrebbe bisogno di rafforzare il capitale umano per favorire lo sviluppo e la democrazia.