Lo sciopero scuola del 23 febbraio sembra riuscito, stando almeno alle dichiarazione degli organizzatori che si dicono soddisfatti della giornata di mobilitazione contro la firma del contratto scuola e contro la sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrale.
Il corteo ha preso avvio da Viale Trastevere, di fronte al Miur, e si è snodato nelle vie del centro fino alla Piazza del Pantheon dove sono intervenuti i leader dei sindacati promotori (Cobas, CUB, Unicobas, USB) e diversi insegnanti che hanno lanciato un monito al futuro Governo: rifiuto del contratto, richiesta del pieno recupero salariale, conservazione del posto in “ruolo” o nelle GAE per i diplomati magistrali, riapertura delle GAE per tutti i precari abilitati e per chi raggiunge i 3 anni di servizio.
Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, sottolinea: “Nel corteo nazionale a Roma 10 mila docenti ed ATA lanciano un forte monito al prossimo governo: cancellare l’inqualificabile sentenza del Consiglio di Stato e restituire a tutti i lavoratori/trici quanto perso in 10 anni di blocco contrattuale”
“Le maestre e i maestri diplomati magistrali – aggiunge Bernocchi – hanno scioperato in massa e sono arrivati a Roma da ogni regione d’Italia; buona anche la partecipazione delle altre maestre/i della scuola primaria e dell’infanzia, e soddisfacente anche quella dei docenti ed ATA delle medie inferiori e superiori”.
La CUB recrimina sul fatto che al Patheon la polizia abbia “bloccato il tentativo dei lavoratori di arrivare al Parlamento”.
“La partecipazione al corteo di consistenti gruppi di colleghe e colleghi provenienti da molte province ed in diversi casi in maniera massiccia – sottolinea Cosimo Scarinzi, segretario nazionale CUB – è stata una riprova del fatto che nella scuola la vertenza delle diplomate magistrali è fortemente sentita dalle decine di migliaia di colleghe coinvolte e che inizia a maturare una vasta opposizione a un contratto, firmato da Cgil-Cisl-Uil, indegno di questo nome”.
E ancora Scarinzi non perde l’occasione per lanciare un’accusa ai sindacati firmatari del contratto (“L’inadeguatezza delle risorse messe a disposizione non è il frutto di un destino cinico e baro, ma deriva da un accordo fra il governo e gli stessi sindacati che hanno firmato il contratto della scuola e degli altri comparti del pubblico impiego”) e ribadisce che “è inaccettabile chiudere un contratto senza verificare l’assenso o il rifiuto della categoria e nello stesso tempo presentato la propria piattaforma”.
Molto soddisfatto anche Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas: “Nonostante la pioggia battente per tutto il tempo, abbiamo assediato il Ministero e riempito il Pantheon e siamo riusciti a fare il corteo senza alcuna difficoltà. I dati dello sciopero sono buoni, quindi possiamo parlare di un’ottima giornata tenuto anche conto delle condizioni meteorologiche e considerato che oggi erano in programma anche diverse altre manifestazioni in tutta Italia”.
E aggiunge: “Al Pantheon abbiamo riproposto fra gli applausi della piazza l’appello lanciato già da diversi giorni: quando si rinnoveranno le RSU nessun voto dovrà andare ai sindacati che hanno firmato il contratto, e le urne dovranno essere disertate dove non saranno presenti liste dei sindacati di base”
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