Il mondo della scuola oggi è sceso in piazza. Dopo la mobilitazione della scorsa settimana indetta dai Cobas, oggi è andata in scena quella di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals con cortei e iniziative in tutta Italia.
I sindacati chiedono innanzitutto di rinnovare il contratto di lavoro, fermo da anni.
“Un contratto che riconosca in modo adeguato – si legge in una nota – il valore del lavoro in un settore di importanza strategica per il Paese, riavvicinando le retribuzioni del personale della scuola a quelle di altri comparti della Pubblica Amministrazione e di altri Paesi europei”.
Lo sciopero è stato preparato nei giorni scorsi da migliaia di assemblee e coinvolge tutte le professionalità della scuola: personale Ata, docenti e dirigenti.
Da Milano a Catania, diverse le manifestazioni nelle piazze, ma è sconfortante annotare una generale poca partecipazione.
La Tecnica della Scuola ha seguito in diretta con due inviati l’assemblea tenutasi al Teatro Stabile. Ampi spazi vuoti in platea per una manifestazione che può essere definita, senza essere contraddetti, un flop. Duro l’intervento del segretario provinciale della Cisl Scuola, Pippo Denaro: “Il sindacato sta perdendo la funzione politica, la gente ha bisogno di noi, dobbiamo cambiare. Troppo piegati sulla quotidianeità. Invito tutte le sigle sindacali a fare una profonda riflessione”.
Anche a Roma pochissime centinaia di docenti presenti alla manifestazione
Manifestazioni anche in Sardegna: nel capoluogo sardo da stamattina i sindacati hanno organizzato un presidio con bandiere e striscioni davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale nella centrale via Roma.
Fonti ministeriali indicano sul 38% di scuole censite, una percentuale del 7,8% di aderenti allo sciopero indetto dai sindacati confederali. Un dato che è in continuo aggiornamento.
Un momento dell’assemblea a Catania
Alcuni interventi
Intervista a Antonella Di Stefano, segretario provinciale della Flc Cgil Catania
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