“Il nostro Paese è ancora ai primi posti nel mondo per gender pay gap e per incidenza del lavoro povero e precario; per non dire dell’invisibile sfruttamento del lavoro di cura, mai riconosciuto come responsabilità sociale, sempre e ancora scaricato sulle donne. Nel frattempo si sta rinsaldando il modello patriarcale, profondo, radicato, pervasivo”: lo sostiene la segreteria nazionale della Flc-Cgil che, proprio a partire da questa considerazione, ha deciso di aderire anche quest’anno alla giornata internazionale di protesta in programma per l’8 marzo.
Per la giornata della “Festa della donna” il sindacato guidato da Gianna Fracassi ha appunto proclamato lo sciopero nazionale dell’intero comparto: “Nella scuola occorre che una vera cultura della parità, profondo antidoto alla violenza, arrivi a permearne la vita, nel vivo della relazione educativa e dei processi di apprendimento/insegnamento. C’è bisogno di ricerca, di formazione, di cura e valorizzazione della dimensione professionale perché questo avvenga”.
“La qualità della nostra democrazia – ribadisce il sindacato – ha bisogno che la formazione delle persone sia fortemente orientata a promuovere una cultura (antropologica prima ancora che scolastica e/o accademica) che sia davvero per la pace, contro la violenza, per la parità, per il rispetto e la valorizzazione delle diversità, per la promozione della capacità di dialogo come via maestra per il superamento dei conflitti”.
Questi, in particolare, gli obiettivi della protesta:
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