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Sciopero, studenti in coro contro Valditara: “Stiamo insegnando ai nostri professori cosa vuol dire essere umani”

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Come sappiamo oggi, 13 dicembre, è stata una giornata di sciopero. A fermarsi vari settori, primi tra tutti i trasporti, e la scuola. Come riportano i principali media come Fanpage a Torino ci sono stati scontri tra studenti e polizia nel corso della manifestazione davanti la sede del politecnico.

Iniziativa non preannunciata

“Siamo contro il Governo, che non si occupa dei giovani, e siamo contro la guerra imperialista”, le parole scandite al corteo. La prefettura ieri aveva sottolineato che l’iniziativa non era stata preannunciata.

Dai dimostranti si sono alzati cori e slogan anche contro il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Valditara non ti vogliamo, la scuola è nostra e ce la riprendiamo”, hanno scandito dal megafono accendendo fumogeni. Dal corteo si alzano anche slogan a favore della Palestina. “C’è un genocidio in corso – così uno studente – e chiunque non scende in piazza con noi e complice. Stiamo insegnando ai nostri professori cosa vuol dire essere umani”.

I poliziotti del reparto mobile sono stati bersagliati da un fitto lancio di uova e fumogeni, ma non c’è stato contatto con i manifestanti, riporta Il Corriere della Sera.

Bruciato fantoccio col volto di Valditara, la sua replica

Proprio ieri Valditara ha condannato i gesti intrisi di violenza, anche solo simbolica, nei confronti di esponenti della politica, facendo riferimento al fantoccio con il suo volto che qualche settimana fa gli studenti in protesta hanno bruciato.

“Ogni democratico dovrebbe esprimere solidarietà con chi subisce episodi di violenza. Non sempre nel panorama politico e sindacale avviene, come quando ci sono immagini di ministri bruciati. Mi preoccupa la mentalità che c’è dietro. Nella democrazia si combattono le idee. Ma in una democrazia non si mira mai a distruggere l’avversario politico, se si considera come un nemico da battere è un atteggiamento totalitario”, queste le sue parole.

Quando hanno bruciato per la prima volta il mio manichino era per protestare contro la riforma del 4+2. Quando vado all’estero a confrontarmi con altri ministri e dico che in Italia si ritiene che la scuola debba essere lontana dalle imprese si mettono a ridere. Mi imputavano di voler aziendalizzare la scuola, una balla colossale”, ha aggiunto.