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Sciopero Unicobas: 2% secondo il Miur, molto di più per il sindacato

Dati discordanti  sullo sciopero proclamato dall’Unicobas per la giornata di oggi.
Secondo i dati parziali rilevati alle ore 16.45 dal Ministero dell’Istruzione le adesioni avrebbero superato di poco il 2%.
Nelle 3.575 scuole rilevate (su 10.752) hanno scioperato – sempre secondo il Miur – 6.899 dipendenti (su 335.482 tenuti al servizio).
Ma Stefano D’Errico, segretario nazionale dell’Unicoba, fornisce dati diversi. 
“Secondo i dati ufficiali dello stesso Miur a Roma lo sciopero ha visto una partecipazione significativa: 7,32% dei docenti, 4% degli ATA e persino un 2,5% dei dirigenti scolastici. Ma secondo i nostri dati le cose sono andate persino meglio: le scuole chiuse sono state centinaia, a Roma si è superato il 30% e nei grandi centri urbani si è andati oltre il 20%”
Soddisfatti, dunque ?
“Certo, si tratta di un ottimo successo, se si tiene conto che i mezzi di informazione hanno praticamente oscurato la notizia e se si considera che gli scioperi nella scuola non hanno mai superato il 35% nazionale. Per non parlare del fatto che, per la prima, un nostro sciopero ha coinvolto persino parecchi dirigenti scolastici”.
Quali sono i motivi di questo risultato ?
“Evidentemente c’è un rifiuto generalizzato della controriforma Tremonti-Gelmini”
Il 17 il mondo della scuola è chiamato di nuovo a scioperare da Cobas, CUB e SdL.
“Si tratta di una scelta ottusa. I Cobas avevano proclamato lo sciopero fin dal giugno scorso, ma a giugno non si conosceva ancora la manovra sulla scuola e infatti la giornata del 17 ottobre era stata pensata per il general-generico pubblico impiego o contro il “precariato sociale” insieme a sindacati che nella scuola non esistono, come l’SdL dell’Alitalia. D’altra parte l’iniziativa dei Cobas è del tutto fuori tempo e fuori luogo.”
Perché, scusi ?
“Fuori tempo perché il Governo ha già espresso la volontà di approvare il decreto 137 la prossima settimana (si parla di voto di fiducia già nella giornata di lunedì)
Fuori luogo perché è servito solo a depotenziare l’unico sciopero proclamato al momento giusto, e cioè quello di oggi”.
Oggi durante la manifestazione di fronte al Ministero alcuni manifestanti hanno lanciato fischi contro Antonio Di Pietro che era presente con voi per protestare contro le scelte del Governo in materia scolastica
“A dire il vero i fischi sono arrivati da un gruppetto di studenti dei collettivi vicini al PdCI (il partito di Diliberto). Per quanto mi riguarda lo ritengo un gesto sconsiderato e ho subito preso le distanze”.
E ora, quali prospettive si aprono ?
“La situazione è grave. I tagli saranno ben superiori a quelli annunciati fino ad ora (87.500 cattedre e 40.000 posti ATA) a causa tra l’altro della riduzione di alcuni licei a 4 anni e della soppressione del tempo prolungato nella secondaria di primo grado.
La lotta è destinata ad estendersi e a radicalizzarsi e noi vogliamo continuare ad essere protagonisti”.
 Sul piano più strettamente contrattuale qual è la vostra posizione ?
“Secondo noi bisogna far uscire la scuola dal comparto del pubblico impiego: è l’unico modo per valorizzare davvero le professionalità presenti nella scuola (mi riferisco non solo ai docenti ma anche al personale ATA)”
La questione è complessa, ne riparleremo.
Reginaldo Palermo

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