Venerdì 15 maggio molti studenti non si presenteranno a scuola. E nemmeno all’Università. Il ‘Global Strike For Future’ ha organizzato una giornata di mobilitazione: i giovani di circa 60 Paesi, anche in Italia, sciopereranno e scenderanno in piazza per far sentire la propria voce, soprattutto ai capi di Stato e di Governo, a cui chiederanno impegni concreti contro i cambiamenti climatici. L’ordine sarà quello di sfilare, però, senza appartenenze, quindi privi di bandiere: tutti concentrati sull’obiettivo da raggiungere.
Le manifestazioni sono previste in oltre 500 città di ogni continente: arriveranno dopo un paio di mesi di proteste, organizzate ogni venerdì, nei ‘Fridays for Future’ lanciati dall’attivista sedicenne svedese Greta Thunberg, vittima della sindrome di Asperger, divenuta, attivissima sui social, il simbolo di quello che è ormai diventato un movimento studentesco mondiale.
Con loro, comunque, ci sono anche gli adulti, e fra questi oltre tremila scienziati. Tutto è cominciato dall’attivista dalle lunghe trecce bionde.
Colpita dalle potenti ondate di calore e dagli incendi che avevano distrutto boschi del suo paese l’estate scorsa, Greta, in modo solitario, dal 20 agosto ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni del 9 settembre, per chiedere al governo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra, ritenute fra le cause maggiori dei cambiamenti climatici, come asserito dagli scienziati a livello mondiale e come scritto nell’accordo di Parigi sul clima del 2015.
Con il suo cartello “Sciopero della scuola per il clima”, Greta è andata a protestare silenziosamente tutti i giorni davanti al Parlamento di Stoccolma.
Dopo le elezioni, la sua manifestazione è proseguita tutti i venerdì. E poi non è stata più solitaria. La notizia ha fatto il giro del mondo e Greta ha fatto seguaci, diventando di fatto portavoce di questo movimento giovanile. Ha pronunciato parole forti contro molti grandi della Terra.
Lo scorso dicembre, alla Conferenza dell’Onu sul clima a Katowice, in Polonia, ha rimproverato i leader mondiali di “comportarsi come bambini irresponsabili, non abbastanza maturi da dire le cose come stanno”, e da lì ha invitato tutti i ragazzi a mobilitarsi personalmente per questa causa.
La giovane a gennaio ha parlato davanti al gotha dell’economia a Davos, attaccando chi “ha sacrificato valori inestimabili per continuare a fare somme di denaro inimmaginabili”.
Nel frattempo, Greta ha parlato a Bruxelles davanti al Comitato economico e sociale europeo, per dire che “non c’è abbastanza tempo per permetterci di crescere e prendere in mano la situazione”.
A citarla, fra gli altri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il neo segretario del Pd Nicola Zingaretti, come spinta per le istituzioni.
La ragazza svedese ha viaggiato sempre in treno, perché gli aerei inquinano troppo, Greta ha girato da Parigi a Berlino ad Amburgo ed altre città europee, per sfilare in strada con altri studenti nello sciopero della scuola. Ha stilato una sorta di manifesto con le regole per manifestare: no a violenza, incidenti, rifiuti, profitti, odio, ridurre al minimo la propria impronta di carbonio e fare sempre riferimento alla scienza.
E poi il suggerimento a seguire l’accordo di Parigi e i Rapporti degli scienziati dell’Ipcc (il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici), contenere l’aumento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi, focalizzarsi sull’equità e la giustizia climatica. Ma soprattutto il motto è: intervenire in fretta.
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