Scippano il fondo d’istituto per non scivolare su quello della busta paga

Per  evitare la generale sollevazione della scuola, ed in particolare di quei 90 mila  docenti ed Ata ai quali sarebbero stati prelevati di forza 150 euro al mese, il governo Letta riduce ulteriormente il fondo a disposizione delle scuole per gli  straordinari ed il miglioramento dell’offerta formativa.
La  storia.
Con  l’accordo di CISL, UIL, SNALS-CONFSAL ed UGL, il governo Berlusconi ‘congelò’  gli scatti d’anzianità della scuola per il 2011 ed il 2012. Monti, in accordo  con le stesse sigle ‘sindacali’ estese confermò il blocco. Per ‘restituire’ gli  scatti 2011, l’anno passato vennero già tagliati 340 milioni di euro del fondo a disposizione delle scuole: di fatto, toglievano fondi destinati alla categoria  per restituire ciò che alla categoria spettava comunque, ancora grazie ad un  accordo ‘sindacale’ mettevano soldi in una tasca togliendola dall’altra…  
Così  fanno anche oggi: gli scatti 2012 versati a suo tempo dal Tesoro a 90 mila  lavoratori della scuola prima che venisse confermato il blocco anche per  quell’anno (e che Saccomanni intendeva riprendersi indietro) vengono appunto  prelevati dal fondo di istituto e non potranno venire pagati i progetti di  didattica svolti dai docenti (ai quali si richiede quindi di operare ‘gratis et amore dei’), né potranno essere retribuite le ore di straordinario del personale Ata.  
Tutto ciò determinerà una riduzione pesante della contrattazione di istituto (su che  si ‘contratta’?).
Al tempo stesso verrà fatto gravare sulle famiglie e sugli studenti l’onere  dell’acquisto dei più elementari strumenti per il funzionamento della scuola: da  gessi, lavagne, toner, assistenza tecnica e telematica, sino a scottex e carta  igienica, saranno a carico di quell’eufemistico ‘contributo volontario’ che i  genitori degli alunni sono indotti a pagare da molti anni q questa parte. Una  vera vergogna per la scuola pubblica italiana, che vede già da 30 anni ridursi  progressivamente lo stanziamento percentuale sul Pil per istruzione, università  e ricerca (ben sotto la media UE) e che retribuisce gli insegnanti peggio della  Grecia e di tutto il resto d’Europa.
Non male per un primo ministro che si appresta a varare una ‘convention’ per la scuola e che parla di istruzione solo per bocca della gentile consorte (ministro ombra?), la quale non ha saputo dire di meglio che occorrerebbe ridurre i Licei  a 4 anni per risparmiare un miliardo e 300 milioni di euro! Se la scuola (e la nostra tradizione didattica) sono un peso per costoro, che avessero almeno il  coraggio di dirlo chiaramente… Per quanto ci riguarda, l’Unicobas ha già  proclamato lo stato di agitazione ed esorta docenti ed Ata a ritirare tutti i  progetti e la disponibilità per orari aggiuntivi. È tempo di una grande lotta  unitaria con genitori e studenti, contro la quotidiana violazione del diritto  allo studio, perché per ‘risparmiare’ si dividono le classi invece di nominare  supplenti, si aumenta il numero strutturale del numero di alunni, si tagliano  gli ultimi spiccioli rimasti e si vuole privatizzare di fatto la scuola con  l’eliminazione degli ultimi spazi di democrazia residui: gli organi collegiali,  i consigli di istituto ed i collegi dei docenti, così come pretende la Carrozza  con la delega richiesta al governo in materia.

Stefano  d’Errico  – Segretario nazionale Unicobas Scuola
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