Sono circa 462 milioni i bambini e gli adolescenti tra tre e 18 anni di età che vivono in nazioni in cui sono in corso conflitti o crisi umanitarie. Di questi, circa un sesto, pari a 75 milioni, ha un disperato bisogno di scolarizzazione.
È questo l’allarme lanciato da “Education Cannot Wait”, un documento redatto dall’Overseas Development Institute. Commissionato da una collaborazione di diversi istituti, tra cui l’UNICEF, verrà presentato nel corso del primo Summit umanitario mondiale delle Nazioni Unite, in programma il 23 e 24 maggio prossimi a Istanbul.
A preoccupare maggiormente sono le fasce più giovani: in tutto il mondo, più di 37 milioni di bambini della scuola primaria e secondaria inferiore non frequentano la scuola, perché le strutture scolastiche sono continuamente costrette a chiudere in conseguenza di conflitti e disastri naturali.
Nella sola Siria – un caso eclatante, anche se non unico, di crisi umanitaria che sembra non conoscere fine – più di 6000 scuole sono inagibili perché colpite dalle bombe, occupate da truppe militari o utilizzate come rifugi di emergenza.
Nella parte nordorientale della Nigeria e nel Camerun, dove sono in corso da tempo duri scontri tra le forze governative e gli estremisti islamici di Boko Haram, sono state chiuse più di 1800 scuole, mentre un quarto delle scuole della Repubblica centroafricana, paese stremato da tre anni di guerra civile, non sta funzionando.
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Nel caso dell’Ucraina, le cui vicende stanno attirando molto meno l’attenzione dei media internazionali, il tributo pagato dall’infanzia è pesante. Circa 580.000 bambini hanno urgente bisogno di aiuto e più di 230.000 sono stati obbligati a lasciare le loro case. Il 20 per cento circa delle scuole e degli asili della nazione è stato danneggiato o distrutto e circa 300.000 bambini necessitano di assistenza per continuare la loro educazione scolastica.
Per cercare di contrastare la situazione, occorre raccogliere fondi da destinare a progetti per ripristinare le scuole e le lezioni. Il rapporto “Education Cannot Wait” pone come obiettivo lo stanziamento di circa 4 miliardi di dollari per raggiungere 13,6 milioni di bambini entro cinque anni e 75 milioni entro il 2030.