Il nuovo disegno di legge di bilancio aumenta gradualmente l’importo su cui si può calcolare il 19%, da 400 euro (nel 2015) fino a 800 euro (nel 2018). E c’è una ricaduta da considerare già adesso, perché la spesa detraibile sarà innalzata a 640 euro fin dall’anno d’imposta 2016. Perciò – se il Ddl sarà approvato in questa forma dal Parlamento – le famiglie che stanno pagando le spese scolastiche in questi giorni avranno una detrazione fino a 121,60 euro anziché 76 nel modello Unico o 730 che presenteranno l’anno prossimo.
Lo scrive Il Sole 24 Ore che precisa come le spese detraibili sono quelle relative a scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado. In pratica, le vecchie materne, elementari, medie e superiori, per un totale di 8,8 milioni di alunni (dati Istat) di cui 1,6 nella scuola dell’infanzia e 2,8 nella primaria e l’agevolazione vale anche per le scuole pubbliche, nonostante la relazione tecnica al Ddl citino solo le scuole paritarie.
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Infatti la manovra si limita ad aumentare le cifre contenute in una norma (la lettera e-bis dell’articolo 15 del Tuir) riferita al sistema nazionale di istruzione regolato dalla legge 62/2000, in cui ricadono sia le scuole statali, sia quelle paritarie private e degli enti locali.
È probabile allora che il costo dell’incremento del bonus per l’Erario si riveli superiore ai 45,3 milioni di euro stimati nella relazione tecnica per il 2016 e ai 75,5 milioni dal 2018, visto che il calcolo è parametrato sui circa 994mila alunni che nell’anno scolastico 2013/14 hanno frequentato una scuola paritaria.
Tra le spese per la frequenza scolastica, precisa Il Sole 24 Ore, rientrano la tassa di iscrizione o frequenza e la spesa per la mensa scolastica, anche quando il servizio è reso dal Comune o da altri soggetti, compresa l’assistenza al pasto e il pre e post scuola. È escluso, invece, lo scuolabus, così come l’acquisto di cancelleria e testi per la scuola secondaria.
Se per le scuole paritarie la voce principale è la retta, nel caso delle scuole statali spesso l’unica spesa agevolabile è quella relativa alla mensa. Di conseguenza, con l’aumento del massimale chi frequenta gli istituti pubblici potrà sfruttare a pieno la detrazione. Anzi, già nel 2015 ricadevano in questa situazione le famiglie con riduzioni tariffarie perché meno abbienti e o con più figli nella stessa scuola.
La spesa per la frequenza scolastica può essere documentata con la ricevuta del pagamento (bollettino postale o bonifico) o anche – in caso di acquisto di buoni mensa – con un’attestazione della scuola, del Comune o della società esterna che ha incassato l’importo.
Essendo un bonus riservato alle persone fisiche, la spesa sarà detraibile “per cassa”. Quindi, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017 si potranno detrarre con il nuovo limite tutte le spese pagate quest’anno, comprese quelle versate nei giorni scorsi per l’anno scolastico 2016-17.
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