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Scoperte le aree del cervello coinvolte nelle scelte disoneste

Sembra che la scienza sia arrivata anche a intercettare nel cervello le aree preposte alle scelte disoneste, come mentire per esempio, rischiando di perdere la reputazione.

A scoprirlo un nuovo studio condotto nel Laboratorio di neuroscienze sociali e cognitive della Fondazione Santa Lucia Irccs in collaborazione con il Dipartimento di psicologia di Sapienza Università di Roma e con il Laboratorio di Neuroimmagini della Fondazione Santa Lucia Irccs. 

Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Communications Biology’, ha coinvolto 34 persone sane tra i 20 e i 46 anni, e ha utilizzato un semplice gioco associato alla possibilità di guadagnare un premio in denaro con la risonanza magnetica funzionale, una tecnologia non invasiva che analizza l’attività cerebrale in tempo reale misurando l’afflusso di sangue nelle varie aree del cervello. 

È stato scelto il gioco delle carte che prevedeva l’interazione tra due giocatori: il giocatore fuori dalla risonanza magnetica doveva tentare di pescare la carta vincente tra due possibili senza poter verificare il risultato della sua scelta. Il partecipante all’interno della risonanza magnetica aveva invece il compito di osservare e comunicare l’esito del gioco. Poteva quindi decidere se dire la verità o mentire cambiando l’esito del gioco a proprio vantaggio, consapevole che in metà dei caso l’altro partecipante avrebbe potuto scoprire la bugia. 

Tuttavia, come era stato previsto, le persone tendono a diminuire il numero di bugie egoistiche durante la condizione in cui la loro reputazione è a rischio. 

Grazie alle neuroimmagini è stato possibile evidenziare che le bugie egoistiche durante la condizione di reputazione a rischio erano collegate a  due regioni cerebrali che sono fortemente implicate nell’elaborazione emotiva e nel controllo cognitivo. Il gruppo di ricerca ha dimostrato che l’attivazione cerebrale di queste aree non è la stessa per tutti i partecipanti, ma varia in base ai tratti di personalità. 

“In particolare, gli individui più manipolativi – spiegano i ricercatori-  mostrano un coinvolgimento minore del cingolato anteriore durante le menzogne a proprio vantaggio, ma un coinvolgimento maggiore durante la verità a vantaggio degli altri.  La nostra ricerca fornisce importanti informazioni sulle basi neurali delle decisioni disoneste durante le interazioni sociali. La comprensione di questi meccanismi potrebbe aiutare a sviluppare strategie per promuovere comportamenti più etici e responsabili in diversi contesti sociali”.

Pasquale Almirante

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