Sulle scuole private da sempre aleggia lo spettro dei diplomifici, e dopo le segnalazioni che ogni anno si susseguono non possiamo più parlare di spettro, ma di problema reale.
Sia ben chiaro: è sbagliato considerare ogni istituto non statale come un diplomificio, perché esistono scuole private che riescono a dare un’offerta formativa adeguata e soprattutto seria.
Tuttavia, sta diventando un disco rotto la storia dei: “vai a lavorare alle scuole private. Anche se non ti pagano, fai punteggio”, riferito ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di insegnante.
Abbiamo parlato dei 250 privatisti dell’Istituto Voltaire di Napoli, sul quale sta indagando al Procura.
Si tratta di uno dei casi segnalati al Ministero, che dal 2015 ha iniziato un piano straordinario di ispezioni: solo quest’anno, ci sono state 326 visite ispettive in tutte le regioni, su circa 1.700 istituti superiori paritari, contro le 288 avviate lo scorso anno, con il sottosegretario Gabriele Toccafondi agguerrito: “Una quindicina di ispezioni in media ogni regione, a settembre porteremo i dati in parlamento – dichiara il sottosegretario – partiamo dalle scuole a piramide rovesciata, laddove hai iscritti regolari per cinque anni e un boom di privatisti all’esame. C’è da capire come stringere di più le maglie. Ma il lavoro da fare è culturale per evitare che a un’offerta corrisponda una domanda”.
Finora, comunque sono 47 gli istituti paritari sospesi quest’anno, si legge su Repubblica.it.
La battaglia viene portata avanti anche dai sindacati, come la Cisl Scuola: “A noi arrivano i racconti di docenti solo formalmente pagati, perché poi sono costretti, se vogliono lavorare, a restituire lo stipendio“, dice il segretario generale Lena Gissi.
“Neolaureate a cui viene detto: niente stipendio, avrete il punteggio. Sino alla richiesta di pagare 350 euro per insegnare. Casi recenti che testimoniano il fatto che è sempre peggio, anche perché non si sa nulla dei controlli”, tuona invece Paolo Latella, segretario Unicobas Scuola della Lombardia.
Per una volta, non ci sono disparità territoriali Nord – Sud: le irregolarità sono state segnalate nel milanese e in Sicilia, in Piemonte e in Campania. In Emilia Romagna quest’anno sono state visitate dagli ispettori tutte le superiori paritarie. Elena Ugolini, ex sottosegretario all’istruzione e preside del Malpighi di Bologna, ha le idee chiare a tal proposito: “Basterebbe applicare la legge, è semplice capire se una scuola è vera o esiste solo sulla carta”.
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