Categorie: Politica scolastica

Scrima: altro che “minoranza chiassosa”, la scuola costruisce il futuro del Paese

Secondo il sottosegretario Faraone i sindacati starebbero cavalcando paure da essi stessi costruite. Minoranza chiassosa, ci definisce. Si faccia un giro nelle scuole e si renderà conto di come stanno realmente le cose, di quanta “fiducia e speranza” stiano suscitando le proposte del governo non solo fra i lavoratori, ma anche fra le famiglie e gli studenti. Lo hanno colpito, afferma, i sondaggi da cui emerge che solo il 2% degli italiani conosce la riforma. Ma come, il governo non aveva consultato “il Paese intero”, vantando più di due milioni di contatti sulla tanto sbandierata piattaforma on line?
La verità è che questo Governo oscilla paurosamente tra il pressapochismo e l’arroganza, e le dichiarazioni di Faraone ne sono soltanto l’ultima dimostrazione. Come già in precedenza ha fatto il suo premier, anche Faraone usa in modo intimidatorio l’argomento delle 100.000 assunzioni (ma non dovevano essere 150.000?) che il nostro sciopero, a suo dire, metterebbe a rischio. Incapace di dialogo, preferisce il ricatto. Basterebbe questo a motivare ampiamente un dissenso che riguarda non solo il merito di buona parte delle proposte contenute nel disegno di legge, ma anche il metodo che il governo ha scelto, di sistematico rifiuto del confronto e del dialogo sociale.
Le nostre obiezioni di merito sono scritte nero su bianco, da ultimo nella memoria presentata in audizione alle commissioni istruzione, e sono da tempo a disposizione di chiunque abbia tempo e voglia di leggerle. Invece di continuare a parlarsi addosso, millantando indimostrate e indimostrabili maggioranze, Faraone apra le orecchie e si accorgerà di quanto sia condivisa, nel mondo della scuola e non solo, la nostra protesta. E comunque domani ne avrà un’ulteriore ed eloquente dimostrazione. Su una cosa ha ragione, il sottosegretario, un milione di lavoratori della scuola sono, rispetto all’intera società, una minoranza. Ma è proprio a quella minoranza che il Paese consegna, da sempre, la costruzione del suo futuro. Per questo andrebbe ben diversamente apprezzata e sostenuta, molto più di quanto stia facendo un governo fin qui prodigo di belle parole che poi risultano sistematicamente contraddette dai fatti.
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