Questa enorme scarto rende la realtà del precariato scolastico assai vulnerabile nei confronti di tensioni e conflitti, diventando terreno facile per le scorribande di tanti demagoghi.
Con questi numeri è difficile, dice Scrima, governare in modo equilibrato il reclutamento dei docenti, rispettando i diritti dei precari in attesa di stabilizzazione e aprendo le porte alle leve più giovani.
Dai tempi del governo Prodi, quando si decise di bloccare gli ingressi nelle graduatorie, “sono trascorsi cinque anni e non si è fatto nulla, salvo bandire – senza cambiare le regole – un concorso che ha ulteriormente alimentato polemiche e contrapposizioni.”
E questo concorso ha contribuito, con procedure discutibili a partire da una preselezione affidata alla casualità generica e sommaria dei test, ad alimentarle.
Per dare senso e prospettiva ad una politica del reclutamento sono necessarie, a monte, altre scelte: fermare la logica dei tagli, stabilizzare il lavoro precario.
La risposta concreta, continua Scrima, è l’intesa che ha reso possibile il piano triennale di assunzioni per il quale la Cisl dice di impegnarsi “con determinazione e senza cedere alla tentazione delle facili demagogie”
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