Dati come sempre importanti e interessanti, quelli dell’annuale rapporto OCSE, ma che confermano in buona parte realtà ben note a chi vive quotidianamente la scuola e i suoi problemi. A chi guarda le cose dall’esterno, vogliamo far notare che si segnala una tendenza al miglioramento nel livello di preparazione dei nostri studenti, nonostante siano nel frattempo peggiorate le condizioni in cui lavorano gli insegnanti, visto che aumenta il numero di alunni da seguire mentre stagnano le retribuzioni. Queste ultime, dice il rapporto OCSE, calano in termini complessivi (evidentemente a causa del taglio degli organici), aggiungendo che, a livello individuale, un po’ di rimedio è dato dagli scatti di anzianità. Che questi siano oggi l’unico fattore che permette agli stipendi del comparto scuola di raggiungere un livello di minima decenza viene così confermato da fonte autorevole; ci riflettano quanti ne teorizzano con troppa disinvoltura la cancellazione. Ancora, l’OCSE ci ricorda che il record di docenti over 50 detenuto dall’Italia non deriva tanto, come solitamente si sostiene, dalle modalità di reclutamento del personale, quanto piuttosto dall’innalzamento dell’età pensionabile e dal blocco del turn over.
Triste conferma, infine, per quanto riguarda la demotivazione agli studi indotta dalle crescenti difficoltà nel trovare lavoro: un’emergenza, quella del lavoro, da assumere come priorità assoluta per ridare prospettive a intere generazioni e al Paese la capacità di tornare a crescere.